L’anniversario della nascita di Tor Pignattara, già segnalato da noi a inizio anno, ha dato occasione all’associazionismo sul territorio – fortemente sensibile, ai problemi o, secondo i punti di vista, alle opportunità offerte dal quartiere più multietnico della città – di attivare, attraverso una serie di iniziative ed eventi, i fermenti culturali già presenti da lunga data, come i più recenti. Al tempo stesso si è trovato a sposarne altri – pensiamo alla rassegna di cinema migrante KarawanFest o alla seconda edizione del Festival delle Arti “Labirinto II”, emanazione di un marchio storico del teatro indipendente in zona come Studio Uno – che in ordine sparso un loro percorso nel quartiere già l’avevano tracciato. Il calendario completo lo trovate su http://www.90voltetorpigna.it/.
Tra Molenbeek Italiana – come qualcuno si è avventurato recentemente a definire Tor Pignattara – e laboratorio di integrazione, l’iniziativa sembra scegliere la seconda definizione, scorgendo un legame tra la storia del quartiere, fortemente condizionata dalla passata immigrazione interna, ed una sua ridefinizione nel segno inequivocabile dell’immigrazione di oggi.
Di particolare interesse secondo noi, nell’ambito della manifestazione, la mostra Symphony of Systematic Minimalism dello urban artist londinese Remi Rough, che mescola colore geometrico e tracce sonore di sua composizione presso Wunderkammern. Un modo critico e non banale, quello praticato dalla galleria di via Gabrio Serbelloni, di interpretare il corso principale dell’arte di oggi, la quale in gran parte sembra manifestarsi come emanazione di un intreccio, al momento non del tutto chiarito, tra periferia e street art. http://www.wunderkammern.net/exhibitions/current-exhibition/symphony-of-systematic-minimalism/
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