L’arte coreografica di Roland Petit inaugura la stagione dell’Opera alle Terme di Caracalla, con due produzioni degli anni settanta, Il Pink Floyd Ballet del 1972 e la Rose Malade dell’anno successivo. Un accostamento apparentemente fuori tono ma del tutto normale per chi conosce uno dei più grandi coreagrafi del novecento, cui va non solo il merito di aver cambiato svecchiandolo il balletto accademico dell’ottocento, ma di averne come pochi altri creato uno nuovo che non avesse paura di contaminarsi con le arti, la letteratura, la moda e lo spettacolo leggero, senza per questo perdere forza e originalità.
Chiamato nel ’72 dal sindaco di Marsilia a rifondare l’Opéra in crisi della città, Petit dà vita al corpo di ballo autonomo Ballets di Marseille e piazza senza timore tra le prime uscite una serie di coreografie su improvvisazioni dal rock psichedelico dei primi Pink Floyd; Questi, sollecitati dal coreografo, furono felicissimi di suonare i loro pezzi dal vivo per il balletto, molte volte senza rifiutare di variarli ed adattarli alle esigenze sceniche; un’esperienza che rinnovata negli anni man mano che la produzione della band si andava arricchendo, tanto che dai quattro brani del debutto si è passati ai tredici dell’edizione alla scala del 2009.
La Rose Malade prende spunto da una poesia e dai disegni di Wiliam Blake musicati da Gustav Mahler, ma nell’edizione del ’73 si avvalse dei costumi di Yves Saint Laurent, di Alain Le Yaouanc per le scene e, come ballerini protagonisti, di Majja Pliseckaja e Rudy Bryans. Prima il 23 giugno 2015, e repliche 24, 25, 26 e 27. Informazioni e biglietti su http://www.operaroma.it/ita/balletto-pink-floyd-ballet.php
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