Gli Ottant’anni degli studi cinematografici di Cinecittà intensamente intrecciati con la storia e la cronaca italiana, dal fascismo ad nostri giorni. Questo il cuore dell’idea alla base di Cinecittà. Fatti e personaggi fra il cinema e la cronaca, la mostra fatta di 155 foto riprodotte in gigantografie e di filmati d’archivio, voluta e organizzata dall’Istituto Luce Cinecittà in collaborazione con l’agenzia Ansa, che occuperà il Teatro Uno di Cinecittà da oggi fino al 7 maggio 2018. Dentro c’è tutto: Mussolini che posa prima pietra, il cinema dei telefoni bianchi, gli americani che liberano Roma, Cassino distrutta, la dolce vita a via Veneto, Ben Hur, Pio XII che parla alla folla dopo il bombardamento di San Lorenzo, Richard Burton in Cleopatra, Silvana Mangano e Kirk Douglas, boom economico, Mike Bongiorno, Pasolini, Fellini, Benigni, Sordi, Moretti, il terrorismo negli anni ’70, il Grande Fratello, lo sbarco degli Albanesi e i recenti barconi dei migranti, e ancora tutto quanto cronaca, politica, costume, a braccetto con il cinema, hanno impresso nell’immaginario degli italiani negli ultimi otto decenni.
Che il cinema e l’arte in generale suggeriscano, rammentino e a volte spieghino il tempo in cui hanno avuto origine è cosa sicura. A Cinecittà però il circuito mnemonico e il portato nostalgico che legano tra loro i volti e le atmosfere di un film, la storia politica e sociale e gli aspetti della vita personale, assumono le sembianze di un meccanismo progettato e condotto con un fine dichiarato. Scopriamo con meraviglia allora che le nostre coscienze, i nostri ricordi, insomma le nostre menti sono degli appezzamenti colonici, di cui solo una piccolissima frazione è destinata alla coltivazione di brani di vita direttamente vissuta, ad esempio le relazioni familiari e quelle con la comunità contigua; il resto spetta, almeno per le ultime tre generazioni prima dell’arrivo di internet e social, a famelici signori feudali quali televisione, pubblicità, Hollywood e, lo diciamo con orgoglio, un poco pure Cinecittà. Quando si è entusiasmò per la costruzione degli stabilimenti Mussolini non sbagliava.
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