Dalla storia travagliata, non diversa da quella di tutti i manoscritti di Leonardo da Vinci, infine ricomposto e conservato presso la Biblioteca Reale di Torino, Il Codice sul volo degli uccelli per la prima volta in assoluto arriva a Roma, con la mostra Leonardo e il volo, presso i Musei Capitolini fino al 17 aprile 2017 (info: http://www.museicapitolini.org/mostre_ed_eventi/mostre/leonardo_e_il_volo). Il prezioso manoscritto, conservato in una teca ad umidità condizionata, è accompagnato da un’esposizione di sue storiche copie anastatiche, da contenuti in 3D per apprezzare i prototipi disegnati del grande artista e scienziato rinascimentale, da un dispositivo touchscreen che permette di sfogliarne le pagine virtualmente, ed infine da un contributo sul volo spaziale da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Il testo del Codice è distribuito in maniera irregolare su 18 carte in quarto (come come quando si prendono appunti) ed è inframmezzato da 167 schizzi tecnici e disegni che illustrano minuziose osservazioni e avveniristici progetti. Appare steso sul fascicolo con “scrittura a specchio, tracciata con la (mano) sinistra ed in direzione opposta alla consueta”, un modo per noi inconcepibile di scrivere, ma a quanto pare, abituale per Leonardo, tanto da risultare una delle prove che il codice, per altro non firmato (il nome che appare in maiuscolo è posteriore), è stato scritto proprio da lui. La carta risulta evidentemente riciclata, come si deduce dalla presenza in filigrana di precedenti disegni dal vero a sanguigna (tecnica che utilizza minerali di ferro) che ritraggono una gamba maschile, un ramoscello con frutti e foglie, un altro frutto, un’altra foglia, uno scarabocchio indecifrabile, e una testa barbuta molto simile all’autoritratto più famoso del genio toscano.
Redatti nel tra 1505 e 1506, testo e illustrazioni sono il resoconto degli studi condotti scientificamente e con piglio pratico sul volo degli uccelli, sulla loro anatomia, sulle proprietà meccaniche e dinamiche dell’aria intesa come mezzo fluido, e sulle ipotetiche macchine capaci di rendere possibile il volo degli uomini, una bibbia per gli ingegneri che le avrebbero realizzate veramente a secoli di distanza. ancora oggi considerato il primo serio tentativo dell’uomo di sottrarre il volo al dominio esclusivo della poesia e del mito e consegnarlo alla scienza e alla tecnologia moderne, di fatto in esso sono già chiari, con più di cento anni di anticipo, concetti astratti come inerzia, azione e reazione, gravità, forza, in senso quantitativo considerati appannaggio della rivoluzione scientifica di Galileo e Newton.
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