Evento tra i più significativi degli ultimi anni per comprendere l’arte italiana moderna, Roma Pop City 60-67 espone al Macro di via Nizza circa cento opere, tra dipinti sculture installazioni, della così detta Scuola di Piazza del Popolo, accompagnate da un catalogo con esaustivo apparato critico e da prezioso materiale audiovisivo comprendente video, film e documentari, in parte prodotti dagli artisti e recuperati dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Significativo perché allestito dagli stessi critici che vissero quel periodo ma anche perché forse la Pop Art italiana è l’ultima corrente artistica nazionale di rilievo sorta su un pianeta non ancora globalizzato nel senso che intendiamo oggi (economico e comunicativo), quando ancora toccava agli artisti raccogliere gli umori innovativi attraverso la loro stessa comunità sovranazionale.
Al trio Schifani-Festa-Angeli, frequentatore del Caffè Rosati, a cui nella metà anni sessanta si accompagnarono molti altri, va riconosciuto il merito di aver capito che il nuovo mondo fatto di benessere industriale, pubblicità e consumo dovesse, in maniera critica o al contrario entusiasta, trovare espressione. In questo certo aiutati dalla Pop art americana e da certe correnti new dada europee, ma con sfumature originali, quali la rilettura parodistica dell’arte antica e l’esaltazione delle possibilità espressive dei materiali, con la quale essi traghetteranno la lezione di Burri nella successiva Arte Povera. http://www.museomacro.org/mostre_ed_eventi/mostre/roma_pop_city_60_67
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