Il Parco Archeologico dell’Appia Antica, una creatura che continua a crescere dall’interno, soprattutto negli ultimi anni con Franceschini al Ministero. Dopo la definitiva acquisizione del Mausoleo di Sant’Urbano, tra Cecilia Metella e la villa dei Quintili, un altro pezzo pregiato, da sempre incluso in una proprietà privata, entra a far parte del patrimonio pubblico. Prossimo alla chiesa del Quo Vadis, il casale al numero 55 – già sotto vincolo archeologico dagli anni ’80 e battezzato Villa dei Mosaici dei Tritoni – è un manufatto medievale costruito sopra i resti di una villa romana del II secolo d.C., della quale sono già visibili gli ambienti termali e una cisterna, ma soprattutto, molto ben conservati, i tipici mosaici a tessere in bianco e nero che raffigurano un thiaso marino (corteo di tritoni e mostri marini), del tipo molto diffusi in epoca imperiale (esempi notevoli si possono apprezzare in alcuni ambienti di Ostia Antica).
Il 17 marzo il Ministero della Cultura ha messo a disposizione del Parco il milione e 750.000 euro necessari per esercitare il diritto di prelazione sull’immobile, sottraendolo ai facoltosi acquirenti privati che che lo avevano acquistato nel 2017 più o meno per la stessa cifra dopo un’asta andata deserta nel 2014 e concludendo così una vicenda più che decennale. L’obiettivo, dopo nuove indagini archeologiche, rammendo di crolli e rimozione di aggiunte murarie recenti, è di rendere i resti della villa romana visitabile dal pubblico e utilizzare il casale come centro di promozione culturale e spazio per mostre ed eventi.
Lascia un commento