Tempo fino al 13 gennaio per apprezzare La Lotta per lo Stendardo, copia attribuita allo stesso Leonardo della parte centrale della sua Battaglia di Anghiari che affrescava dal 1503 un enorme parete del Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze, forse perduto, e sul quale negli ultimi anni, media e istituzioni conservative hanno tessuto una trama fitta di misteri, messaggi nascosti e indagini scentifiche, che lasciano presagire un suo possibile rinvenimento sotto gli affreschi di Vasari e dieci centimetri di intonaco. Altrettanto romanzesca la vicenda della tavola esposta al Quirinale, che, appartenuta alla familglia Doria, dopo essere stata probabilmente rubata a Napoli nel 1940, finisce di mano in mano in Giappone. Rintracciata dal Comando dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, l’opera torna in Italia grazie ad un accordo tra Tokyo Fuji Art Museum e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Forte la sproporzione tra il soggetto dell’opera – niente di più che una scaramuccia incruenta che nel 1440 vide affrontarsi i milanesi e una coalizione di cui faceva parte anche l’esercito della Repubblica Fiorentina – e le storie che gli affreschi leonardeschi, insuccesso di un recupero rinascimentale dell’antica tecnica ad encausto, hanno innescato fino ad interessare un colosso mondiale della comunicazione come National Geographic.
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