Fino al 30 ottobre 2016 il Vittoriano, pur carico di gloria risorgimentale e retorica nazionale, si offre (ala Brasini), per la sua ultima metamorfosi in altare dell’immaginario globalizzato, alla mostra Barbie – The Icon, una produzione di Arthemisia Group e 24 Ore Cultura, naturalmente in collaborazione con la Mattel. L’esposizione, già collaudata fino a marzo 2016 al Mudec di Milano, racconta in cinque sezioni la storia di questa bambola, una timeline fatta di modelli, numeri, curiosità, introdotta dai sette pezzi più rappresentativi dal 1959, anno del debutto, ad oggi, con l’obiettivo esplicito di mettere in risalto il suo carattere di oggetto universale e di conseguenza di specchio di mezzo secolo di trasformazioni sociali nel mondo intero.
Icona delle icone, caso esemplare tra i più riusciti di quanto infanzia e adolescenza siano la leva cruciale del mercato, nervo scoperto nel quale sentimenti e sensazioni irrompono nette, veridiche e prive di mediazioni – anche e soprattutto nell’imitazione adesiva al mondo degli adulti – e marchino fantasia e pensieri per l’intera esistenza. Nessuno può essere immune dalla propria minore età, come in essa non si hanno difese dalla paura, dalla gioia, dai desideri. Come la bambola di Profondo rosso, i giocattoli con i quali si tenta di dominare il mondo miniaturizzandolo, a sua volta inevitabilmente ci dominano, per sempre. Informazioni su http://www.ilvittoriano.com/mostra-barbie-the-icon-roma.html
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