Nell’agglomerato industriale dove Fiorucci produceva insaccati – per anni un fantasma nella periferia Tor Sapienza – un gruppo multietnico di persone e famiglie senza casa e senza lavoro, forzando i cancelli arruginiti, dal 2009 si è stabilito in equilibrio precario sulla linea che li separa dal quartiere e la legalità. Spinti dalle ferite profonda dell’emarginazione e del disagio, essi hanno dato un contributo alla comunità che già progettualmente potremmo definire artistico, traslando una porzione di città morta verso nuova vita. Ma non avrebbero potuto comunicare e rendere accettabile il loro codice narrativo all’esterno – società, quartiere, ordine costituito – se dall’esterno non fosse arrivato l’imprimatur dell’università, degli architetti, della critica, quindi dei media; l’arte e la cultura che la società riconosce come tale insomma. Nient’altro che questo è avvenuto quando il più che affermato studioso filmaker Giorgio de Finis e Fabrizio Boni, prodotti da Luca Argentero, hanno realizzato il documentario-progetto artistico Metropoliz, coinvolgendo artisti affermati con opere ed istallazioni all’interno delle stesse abitazioni di fortuna, e filmando gli occupanti l’ex fabbrica mentre si dedicano anima e corpo a recitare il soggetto di de Finis; L’idea di una fuga definitiva, quella verso la luna, da parte di chi è respinto da tutti i luoghi di questa terra. per chi è interessato il Museo dell’Altro e dell’Altrove è su via Prenestina 913. SpaceMetropoliz
P.S.: Con queste premesse ci aspetteremmo il documentario intergrale su youtube.
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