L’Ambra Jovinelli nei suoi cento anni di storia le ha passate tutte. Gioiello liberty sull’Esquilino, nasce per dare un palcoscenico al teatro comico e all’avanspettacolo e solleticare la risata della piccola borghesia amministrativa che occupa il colle, diretta emanazione della classe dirigente piemontese. Sempre a gestione privata, fila gloriosamente nella sua funzione fino agli anni ’50 e ’60, ma nei decenni successivi subisce la concorrenza del cinema e della televisione, trasformandosi, nell’ordine, in quadrato per la box, cinema, cinema a luci rosse, fino alla chiusura per un incendio nel 1982. Negli anni ’90, dopo l’occupazione con spettacoli da parte di giovani artisti, qualcuno si convince a ristrutturarlo in quanto edificio storico. Negli anni duemila riprende la sua attività a vocazione comica, vivendo a traino del piccolo schermo, con un cartellone pieno di nomi televisivi; questo fino a due mesi fa, quando problemi tecnici e strutturali, pericolosi in termini di agibilità, prefiguravano un chiusura definitiva. In questi giorni, a seguito di lunghe trattative tra l’ente che organizza gli spettacoli e proprietà, il miracoloso annuncio del nuovo cartellone 2013/2014, con personaggi di assoluto rilievo. Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Giuseppe Fiorello, Ennio Fantastichini, per citarne qualcuno.
Una buona notizia. Poi attraversiamo il quartiere, L’antico Esquilino, per arrivarci, all’Ambra Jovinelli. Topi e piccioni ravananti immondizia, odore di piscio ed escrementi negli angoli, barboni, capannelli di gente di ogni etnia e poco raccomandabili, attività abusive, sporcizia abbandono e degrado. Degrado disperato intendiamo, di quelli tanto pervasivi da non lasciare spiragli di soluzione. E se la buona volontà, tutta privata, induce le ripetute resurrezioni del Teatro, nessuno, nemmeno Roma Capitale, interviene per ristabilire un minimo di sovranità su questo posto ormai risucchiato nelle mefitiche fauci della Stazione Termini.
Lascia un commento