Tutto quanto di trasportabile da chiese e musei civici di Roma e Lazio, più qualche aggiunta da musei esterni si trova in questa mostra dedicata dalla la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Roma ad Antoniazzo Romano, pittore attivo dal quattrocento al primo scorcio del cinquecento, ispirato dai suoi rivoluzionari contemporanei Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca, Domenico Ghirlandaio, nonché collaboratore di Melozzo da Forlì, Piermatteo d’Amelia e Perugino. E si può dire che altrettanta della sua produzione è rimasta, sottoforma di affreschi, in un considerevole numero di chiese e basiliche cittadine non minori, come Santi Apostoli, Santa Croce in Gerusalemme, San Giovanni in Laterano, Pantheon, San Pietro in Montorio e San Onofrio. Pictor Urbis nel vero senso della parola insomma e vero rappresentante del Rinascimento a Roma; perciò non si può dire che un restauro a carico del ministero e un’esposizione monografica non la meritasse.
Ma per capire quanto egli incida sull’arte rinascimentale e come non si scosti molto dall’essere un ottimo capobottega, un artigiano al servizio della clero e della nobiltà romana, si può confrontare il suo ciclo Storie dell’invenzione della vera croce dipinto sulla calotta absidale di Santa Croce in Gerusalemme, e le Storie della vera croce di Piero della Francesca nella basilica di San Francesco ad Arezzo. Le similitudini si limitano al soggetto.
Fino al 2 febbraio 2014, info su http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1305610022.html
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