La giornata Fai di primavera si caratterizza per l’apertura al pubblico di luoghi solitamente chiusi. Tempi di crisi e pochi soldi in giro, le aperture a Roma quest’anno, 23 24 marzo, sono in numero irrilevante rispetto agli anni scorsi, e ancor più rispetto alla quantità di posti chiusi, nascosti nel tessuto urbano della città. Tra i pochi, il cinquecentesco Palazzo Spada con la mirabolante Galleria Prospettica di Borromini nel cortile e dagli interni virtuosisticamente barocchi; più che chiuso al pubblico, impraticabile perché sede istituzionale del Consiglio di Stato, e appartenente a quella categoria di luoghi di Roma che si possono visitare anche al di fuori dell’evento Fai, ma per il quale bisogna rivolgersi a… ed essere in numero tale da… e giorni ammessi sono…, che alla fine è meglio rinunciare. E poi a Piazza Fanti, nei pressi della Stazione Termini, L’Acquario Romano, in realtà oggi sede, volendo fruibile, della Casa dell’Architettura; luogo significativo, come del resto il nuovo acquario che si sta costruendo all’Eur, delle lungaggini burocratiche italiane e di quanto sia stato e sia difficile creare a Roma poli di ricerca e divulgazione scientifica.
Progetto visionario del comasco Pietro Garganico, a Roma Esquilino come molti a seguito dell’Unità, che voleva dotare la Capitale di un Acquario, stabilimento e centro scientifico di piscicultura come quelli delle altre grandi metropoli europee.
Un fallimento. Dal 1887, anno della travagliata inaugurazione, fino agli ottanta del secolo scorso quando il Comune l’ha preso in carico, ristrutturando almeno l’edificio e i giardini, è stato teatro, circo, magazzino, deposito dopo essere stato acquario solo per un breve periodo iniziale. http://old.casadellarchitettura.it/stampa/intervistaAcquario.html.
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