Al Complesso di Capo di Bove il racconto di un episodio poco noto che, tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60, ha fatto convergere sull’Appia Antica i protagonisti di quella stagione di arte contemporanea. A partire dal 1957 nella cascina al numero 20 prendono vita in successione uno studio di artista, una galleria e infine la sede di Appia Antica. Atlante di Arte Nuova, rivista sperimentale di arte contemporanea fondata da Liana Sisti e Mario Ricci, con la direzione di Emilio Villa, poeta e critico eclettico e fuori dagli schemi. Intorno a quella esperienza effimera (si concluderà nel ’61), si riunirono i nomi che avrebbero riportato l’arte italiana alla ribalta internazionale.
In un nuovo allestimento fatto di opere d’arte, fotografie, documenti e testi critici, si ricostruisce quella breve stagione – in particolare gli eventi espositivi tenuti tra il ’57 e ’59 – che vide a vario titolo protagonisti artisti appartenenti a movimenti fondamentali come la Pop Art, e singole personalità del calibro di Alberto Burri, Renato Mambor, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Toti Scialoja, Enrico Castellani, Giulio Turcato, Cesare Tacchi, Enrico Cervelli, Nino Franchina, Taku Iwasaki, Lorri, Francesco Lo Savio, Edgardo Mannucci, Fabio Mauri, Nuvolo, Giuseppe Uncini, Arturo Vermi. Un Atlante di arte nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica, Fino al 19 settembre 2021, dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 18.00, ultimo ingresso alle 17.00.
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