Oggi, lo ricordiamo, è l’Appia day, la giornata in cui, su iniziativa di un comitato promotore composto da decine di associazioni ed enti non profit – tra tutti Legambiente, Touring Club Italiano, Italiana Nostra, Feder Trek, Velo Love e tanti altri -, con il patrocinio di tutti gli Enti territoriali e la collaborazione del Parco Regionale, la più antica strada romana, all’interno e oltre il Grande Raccordo Anulare e nel cuneo protetto che penetra interamente dentro Roma, è celebrata con feste, tour a piedi o in bici, musei ed aree archeologiche aperte, mostre e concorsi fotografici, degustazioni gastronomiche e prodotti tipici, musica, incontri e conferenze.
Per quanto l’iniziativa, giustamente, tenda a coinvolgere comunità e paesi attraversati dall’antico tracciato fino a Brindisi, restituendo ad esso, in grande misura lacunoso se non cancellato del tutto, il valore globale e simbolico di collegamento tra oriente ed occidente, comunque è evidente che la partita principale si gioca per Roma, sul significato che i cinquant’anni dall’istituzione del primo parco pubblico hanno assunto ed assumeranno sempre nella prospettiva di una nuova idea di città.
Questi 3500 ettari circa di verde e archeologia che, includendo il tratto aperto al traffico automobilistico da Cecilia Metella, fino alle Terme di Caracalla, Circo Massimo e Colosseo, virtualmente sarebbero interamente percorribili senza pericoli a piedi o in bici; questo territorio, ancora oggi ingolfato di proprietà private e privilegi, difficile da sottrarre alla pressione antropica esercitata da una delle più importanti e popolate capitali del mondo; ebbene, questo miracolo reso possibile dalla tenacia di uomini come Antonio Cederna potrebbe diventare l’esperimento riuscito di nuova integrazione virtuosa tra paesaggio naturale, storia, ed insediamento umano. http://www.appiaday.it/
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