Sapete del Parco Regionale dell’Appia Antica, simbolo della difesa dei beni paesaggistici e archeologici in Italia: un tesoro unico al mondo di cultura e natura che penetra dentro la città. Pierreci ha organizzato fino ad ottobre 2012 una serie di visite a piedi con la guida di archeologi che toccano i monumenti più importanti del parco a partire dalla villa dei Quintili, proseguendo per la tomba di Cecilia Metella e Castrum Caetani fino alla villa di Capo di Bove. Quest’ultima nel 2002 ancora parte di un’abitazione privata, oggi, acquistata dalla Sopraintendenza, dopo molte campagne di scavo restituisce opere musive e un importante impianto termale del II secolo d.c.. La dépendance della villa è stata ristrutturata come punto di accoglienza per i visitatori mentre l’edificio principale, che sembra risulti costruito anche con materiali antichi provenienti dall’area, è stato messo a norma e adibito, tra le altre cose, a sede dell’Archivio Antonio Cederna, in memoria del grande intellettuale che è all’origine fin dagli anni cinquanta delle battaglie per la salvezza di questo come di tutti gli inestimabili beni del paesaggio e della storia italiana contro l’urbanizzazione e la speculazione edilizia.
Informazioni e prenotazioni: +39.06.39967700 Lunedì -Venerdì 9.00-18.00 / Sabato 9.00-14.00 20-27 /settembre 16-23-30 / ottobre 7-14-21
Tutte le informazione su tempi, tragitto, orari e come arrivare le trovate sul sito della Pierreci
Per la storia dela Parco dell’Appia Antica www.parcoappiaantica.it , sulla impareggiabile figura di Antonio Cederna www.archiviocederna.it . Sulla storia del recupero della via Appia Antica, la mostra fotografica “La Via Appia. Laboratorio di mondi possibili tra ferite ancora aperte” (info sul sito della Sopraintendenza)
“Per tutta la sua lunghezza, per un chilometro e più da una parte e dall’altra la via Appia era un monumento unico da salvare religiosamente intatto, per la sua storia e per le sue leggende, per le sue rovine e per i suoi alberi, per la campagna e per il paesaggio, per la vista, la solitudine, il silenzio, per la sua luce, le sue albe e i suoi tramonti…Andava salvata religiosamente perchè da secoli gli uomini di talento di tutto il mondo l’avevano amata, descritta, dipinta, cantata, trasformandola in realtà fantastica, in momento dello spirito, creando un’opera d’arte di un’opera d’arte: la Via Appia era intoccabile, come l’Acropoli di Atene”
(A. Cederna, da I Gangsters dell’Appia, Il Mondo 8 Settembre 1953)
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