Provare per credere, il motto ispiratore dell’ Open House Worldwide , che dal 1992 a Londra, poi in tutto il mondo in una sorta di franchising associativo, apre con visite guidate gratuite gli edifici pubblici e privati, moderni o storici, dove si presume l’architettura abbia fatto il suo dovere. Open House Roma, il 4 e 5 maggio 2013, attraverso l’associazione Open City Roma, ha raccolto, unica tra le città italiane, l’idea di far entrare le persone che lo vorranno nei posti per vari motivi inaccessibili della capitale e fargli toccare con mano quanto la buona progettazione degli ambienti costruiti, l’architettura possa migliorare la vita. Un’organizzazione su base volontaria imbastirà visite guidate a 145 luoghi, troppi per darne un idea. Accanto a sedi istituzionali e edifici per la cultura, si potranno visitare gallerie, sedi museali, recuperi di archeologia industriale, studi di artisti, di architetti e di progettazione ingegneristica, biblioteche tematiche, accademie, lasciti di grandi personalità, chiese inaccessibili, edifici residenziali e tutto quanto è tolto normalmente ai passi della gente.
Ma tutto quanto quello che i passi della persone possono saggiare entrando per una volta nelle stanze delle segrete meraviglie ha l’aria di somigliare al godimento puro e disinteressato che si ha di fronte ad un’opera d’arte, qualcosa che non si può avere, e in pochi casi si può malamente riprodurre a casa propria. Se l’obbiettivo è convincerci a spendere o quanto meno a non risparmiare per avere materiali migliori, spazi adeguati, suddivisione funzionali, insomma fondere finalmente in un’unica utopia vita e arte, pratica e bellezza, beh, se solo ne avessimo le possibilità, siamo già pronti. Tutti i luoghi.
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