Il tradizionale Roma Jazz Festival nell’edizione 2013 cerca nessi tra il jazz e la letteratura nelle ricche biografie dei musicisti e in un particolare stile di scrittura letteraria influenzata dalle tecniche musicali d’improvvisazione. All’Auditorium Parco della Musica letture di testi letterari in questo stile si alterneranno ai concerti di jazzisti quali Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Joshua Redman, Danilo Rea con Fabrizio Gifuni, il grande percussionista Mulatu Astatke, e tanti altri. Tutto il ricco programma su http://www.auditorium.com/eventi/festival/5604271. A cominciare dal stream of consciousness, flusso di coscienza di Joyce, e dalla banale scrittura automatica, la suggestione per quello che il jazz sembra fare del tessuto sonoro di partenza ci sono già tutti. Ma questo sarebbe accomunare il processo di creazione musicale ad un stato di trance da cui la coscienza inibitrice sarebbe bandita. Al di là delle apparenza, nell’improvvisazione ciò che si improvvisa, seppur determinante, è solo uno degli elementi, peraltro inseparabile dalla coscienza vigile del ritmo, il vero eroe protagonista della performance.
Costui è il personaggio, ma anche lo spazio e il tempo, la costante letteraria della esibizione; gli assoli, i brandelli di melodie, il dialogo armonico sono la narrazione, la storia di quanto gli capita, che poi è una parte molte volte poco significativa di ciò che gli potrebbe capitare. Si potrebbe dire che tutti viviamo improvvisando ma, mentre lo facciamo, cerchiamo di ricordarci di noi stessi.
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