Sin dall’antica Grecia magico ramo nella evoluzione delle macchine, gli automi risultano teatrali e decorativi quanto utile e civilizzatrici le macchine sono state nella storia dell’uomo. E’ intimamente umano lo spettacolo del legno, del metallo o della carta sagomati a volte in figura di persona o animale, che in virtù di ingranaggio di ruote dentate, puleggie e camme, compiono da sé movimenti, emettono suoni, parlano, cantano, azionano a loro volta meccanismi e sembrano addirittura agire ragionando; ha incantato filosofi greci, imperatori cinesi e monarchi europei come Luigi XIV e Federico II il Grande, e persino Leonardo ha progettato un cavaliere meccanico in armatura; il suo fascino sopravvive nella robotica ma anche negli occhi dei bambini di fronte al più banale dei carillon. E quello spettacolo, la sua meraviglia non provengono dall’ammirazione dell’inanimato in movimento o dell’ingegno del costruttore, ma consistono dello stupore di poter conoscere, tenere dentro di sé per un volta, la causa, l’origine, il meccanismo scoperto e interamente comprensibile di qualcosa, in mezzo all’oceano di tutto quello che ci sfugge. Guido Accascina ha realizzato un museo degli Automata costruiti con inventiva ed umorismo da artisti di tutto il mondo a Montopoli in Sabina, in un antico castelletto medievale; ne ha portati molti in esposizione a Roma presso la Sala Santa Rita, dove rimarranno fino al 27 aprile. http://www.youtube.com/watch?v=r0VUfuJS7RM&feature=player_embedded#!
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