L’Italia, fino agli anni cinquanta secondo produttore al mondo di canapa, ha registrato a partire dagli anni sessanta un declino drastico della sua produzione e del suo utilizzo a causa della diffusione delle plastiche sintetiche e della legislazione restrittiva, conseguenza quest’ultima della cattiva fama legata alle note proprietà psicotrope. Oggi la canapa è tornata ad essere coltivata nel nostro Paese. Una legge entrata in vigore a gennaio 2017 non solo permette, ma addirittura promuove, anche se con finanziamenti esigui, la coltivazione e lo sviluppo della filiera della canapa; unica restrizione l’utilizzo di varietà contenenti una concentrazione non superiore al 0,2% di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo, il principio che calma i dolori e rende euforici). Per queste specie cade l’obbligo dell’agricoltore di denunciare la coltivazione alle forze di polizia. Un limite oltretutto estensibile fino al 0,6% senza incorrere in sanzioni.
La canapa, fibra semi e fiori, è un prodotto naturale, quindi ecocompatibile, resistente, facile da coltivare, un po’ meno facile da trasformare (per certi usi gli impianti industriali sono molto costosi), che trova applicazioni infinite in cosmesi, edilizia, medicina, sostituzione delle materie plastiche, industria tessile, cucina, in molti casi con effetti benefici sulla salute e sull’ambiente. Studi e ricerche delle più importanti università del mondo non finiscono di esaltarne le proprietà e trovarne impieghi innovativi. Questa è la ragione per la quale Canapa Mundi la fiera internazionale della canapa che si tiene al PalaCavicchi di Ciampino, con i suoi 23.000 visitatori l’anno passato, è diventato uno dei maggiori appuntamenti del settore a livello nazionale ed internazionale. Aziende, startup, coltivatori, consumatori, associazioni di categoria daranno prova dei mille usi della canapa dai loro stands e nel corso di conferenze, workshop, show cooking, durante i tre giorni che vanno dal 16 al 18 febbraio 2018.
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