Roma e Milano riguardo ad Antonio Canova sembrano ignorarsi ma le due grandi mostre in corso – Canova. Eterna bellezza (Museo di Roma, Palazzo Braschi, fino al 15 marzo 2020), Canova Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna (Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo in piazza della Scala a Milano, fino al 15 marzo 2020) – fra loro dialogano intensamente. In fondo il tema è ancora una volta stabilire quanto e in che modo l’arte occidentale non possa prescindere dall’arte classica, quella greca e di riflesso la romana.
Al netto del racconto dei rapporti di Canova con la città, con il potere papale prima e con Napoleone e le corti europee poi, tenute in debito conto le tecniche e le botteghe, il grande successo internazionale, e il ruolo istituzionale infine assunto, a Roma il confronto con la scultura degli antichi si gioca verticalmente, attraverso archeologia e restauro, con i reperti, mentre a Milano si preferisce un approccio orizzontale basato sulle differenze di reinterpretazione che distinguono lo scultore dall’altro grande artista neoclassico a cavallo tra settecento e ottocento.
A Roma quindi l’Amorino alato proveniente dall’Ermitage posa di fianco all’Eros Farnese, copie in gesso dell’Apollo del Belvedere e del Gladiatore Borghese fanno mostra insieme al Perseo trionfante e al Pugilatore Creugante dello scultore veneto. A Milano Grazie, Amore e Psiche, Venere, Ebe di Canova si guardano negli occhi con i medesimi soggetti scolpiti da Thorvaldsen.
Per quanto Canova abbia ammirato il Bernini dell’Apollo e Dafne e deroghi, nel movimento e nell’espressione, alla semplicità, all’austerità, alla calma olimpica della scultura antica, più di quanto faccia Thorvaldsen, è il suo lavoro sulla superficie del marmo, la lucentezza variegata conferita ad esso a forza di raspa e acqua di rota, che moltiplica i volumi all’interno dei corpi; è la cura della luce da ovunque essa provenga a sancire nelle sue statue una piena tridimensionalità, e a decretarne di conseguenza la modernità: le opere d’arte come fine anziché decorazione o parte di un tutto architettonico.
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