Non si può dire privo di fascino per il visitatore Caravaggio Experience, una dei primi esperimenti in grande stile in Italia di mostra “immersiva”, allestita al Palazzo delle Esposizioni fino al 3 luglio dai video artisti di The Fake Factory con la consulenza Claudio Strinati. Cinquantasette tra le opere più famose del grande maestro ingrandite a dismisura, moltiplicate e dinamicamente proiettate in molteplici angolazioni sulle pareti del museo, al suono delle musiche originali di Stefano Saletti e fragranti delle essenze olfattive prodotte da Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella. Quarantotto minuti circa di performance videoartistica che, si può azzardare, è opera a sé, si auto giustifica allo stesso modo della Gioconda coi baffi di Duchamp, laddove l’opera d’arte antica è solo un pretesto, il classico testo che viene prima, preso esclusivamente perché universalmente conosciuto, simbolo di tutta la storia dell’arte e per questo intercambiabile, indifferente.
Non è quindi necessario dare giustificazioni dicendo che in questo modo si contribuisce ad una maggiore conoscenza della pittura del Maestro o la si promuove presso un pubblico più ampio. Ingigantire un particolare del dipinto quando il pittore aveva scelto uno ed un solo grado di dettaglio, appendere il quadro al soffitto laddove egli aveva inquadrato il soggetto con una certa prospettiva forse perché proprio quella desiderava, sono operazioni probabilmente utili a scopo restaurativo o critico, possono rivelare aspetti tecnici inediti; possono persino essere, come in questo caso, i cardini per una nuova operazione artistica. Possono tutto ma non restituire il pensiero attivo originale da cui è scaturito il potere ipnotico dell’oggetto artistico, le sua pretesa sull’investimento emotivo dello spettatore. http://www.palazzoesposizioni.it/categorie/mostra-caravaggio-experience
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