Casa Vuota ospita fino al 5 aprile 2020 Casa Spina, la personale di Francesca Romana Pinzari, australiana di nascita e romana d’adozione. Da lungo tempo impegnata a non escludere dal novero delle sue esperienze nessuna delle forme dell’arte contemporanea – pittura, performances, video e istallazioni con i materiali meno prevedibili – l’artista ha in passato camminato vestita da sposa sugli specchi frantumandoli, ha immerso la testa in un bidone pieno d’acqua fino quasi ad annegare, si è ripresa con una termocamera rendendo visibili le variazioni di temperatura corporea durante un bacio, si è intessuta un pastrano di spine e la indossato, ha disegnato mirabili e leggerissime figure intrecciando capelli umani e crini di cavallo, tutto sempre con le movenze e i tempi di un rituale austero, come nell’arte si fa.
A Casa Vuota porta il suo lavoro sulle spine di rovo secche e, quasi fossero cancri cutanei, escrescenze di armillaria sul tronco del melo, croste di licheni nordici, fa “crescere”, su mobili suppellettili e oggetti casalinghi, cristalli rossi dal ferrocianuro, bianchi dall’allume di rocca, e blu intenso dal solfato di rame. Piegare alla figurazione materiali organici e usare la chimica per innescare creazioni-reazioni nel dettaglio incontrollabili significa voler disporre di qualcosa che, già mosso di vita propria, si oppone con tenacia; è come collocare lettere dell’alfabeto in ordine casuale: le frasi composte non hanno quasi mai senso compiuto, ma il loro suono rassicura.
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