Vi facciamo gli auguri per le feste e per il nuovo anno con un presepe di sabbia. A via Morozzo della Rocca, sull’antico tracciato della via Collatina, l’ha realizzato l’associazione Accademia della Sabbia in un’antica, angusta grotta di tufo, riutilizzata come cantina fino agli sessanta. Ma il presepe e le feste sono il meno rispetto alla sabbia protagonista lasciata dal Tevere; non il fiume che conosciamo oggi ma quello ben diverso di due milioni di anni fa. Dopo gli alterni sollevamenti e abbassamenti della crosta terrestre combinati alle glaciazioni, il mare pliocenico che occupava l’area di Roma fino alle pendici degli Appennini si ritirava verso sud. Preso coraggio, il fiume s’instradava sulle nuove terre e andava a gettarsi in mare più ad est seguendo un rettilineo parallelo all’antica costiera appenninica. Finchè, più di mezzo milione di anni fa, il nascente vulcano laziale lo costringeva a ricavarsi un percorso verso sud, quello attuale. L’idea di tempo disteso e senza ritorno, in cui i mari e le montagne migrano e i fiumi cambiano percorso, potrebbe in certi casi risultare più salubre per la coscienza di quello eternamente ciclico della festa. Così come la sabbia informe dopo essersi atteggiata a sacra rappresentazione.
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