Al centro di una campagna condotta sui social network – pensata e realizzata da Giulia Soi e Maria Beatrice Alonzi con la collaborazione di Cristina “Kanzeon” Schiavoni (illustrazioni), Veronica Giuffrè (impaginazione), Giuliano Pace (grafica) – il progetto di storytelling Giulia sotto la metro (https://www.facebook.com/giuliasottolametro/) ha sfornato sinora brevi racconti umoristici e vignette intorno alla dura vita degli utenti dei mezzi pubblici di Roma. Da qualche tempo insiste sull’idea – tra quelle così elementari che uno si sorprende a non averci mai pensato – di stilare copia delle mappe della metropolitana variate a tema con l’indicazione di specifiche categorie di attività culturali e di svago adiacenti le stazioni.
Sì, proprio le mappe della metro che indicano con efficacia cristallina a cittadini e turisti quali treni prendere e dove scendere, nonostante manchino, anzi proprio perché mancano di qualsiasi riferimento a percorsi e distanze reali e sostituiscono tutto quanto si trova in superficie con un uniforme sfondo bianco o colorato, un quasi vuoto che si presta ad essere riempito di qualunque cosa lo riaccosti alla realtà; diagrammi asciutti e geometrici dallo stile replicato in tutto il mondo sin da quando, per la prima volta nel 1931, è stato messo su carta dal geniale Harry Beck per la metropolitana di Londra; addirittura preso a pretesto da Alessandro Baricco in una sua Mantova Lecture per illustrare il rapporto tra verità e rappresentazione, complessità del reale e semplificazione operata dalla conoscenza umana.
Dopo la mappa metropolitana delle palestre, delle gelaterie, dei ristoranti, dei negozi di giocattoli, dei musei e quella fantasy ispirate a Game of Thrones, arriva, con il sostegno de La SITI – Scuola Internazionale di Teatro all’Improvviso, quella dei teatri ad alto grado di raggiungibilità.[Continua]