Terminale espositivo dei magazzini dei Musei Capitolini, La Centrale Montemartini oggi può considerarsi uno dei posti in cui è indispensabile entrare prima di lasciare Roma. Per quanto disordinata appaia nel suo costituirsi una collezione basata sui ritrovamenti casuali accumulatisi a partire da grande fervore edilizio nei nuovi quartieri della Roma post-unitaria, tra ultimi decenni dell’ottocento e i primi del novecento, ebbene in nessun altro luogo è così nitida la percezione visiva di una civiltà – quella romana dalla fondazione all’impero – e della sua storia.
Da giugno 2016 l’esposizione si è arricchita di tre mosaici di epoca repubblicana (I secoli a. C.), Leoni e amorini (ritrovato nel XVIII sec. ad Anzio), una scena nilotica (ritrovata nel 1882 durante la costruzione del Palazzo delle Esposizioni), un labirinto circondato da mura, dalla iconografia simbolicamente complessa, rinvenuto nei pressi di San Giovanni in Laterano, e nella Sala Caldaie un Ratto di Proserpina proveniente da scavi sulla Portuense del 1885. In prestito provvisorio dal Gliptoteca Ny Carlsberg di Copenaghen nella Sala Macchine si potrà ammirare fino a gennaio 2017 la testa in basanite dell’imperatrice Agrippina Minore.
Infine trova una collocazione il corredo funerario di Crepereia Tryphaena ( II sec. d.C. ), ritrovato il 10 maggio 1889, insieme all’intero sarcofago pieno di acqua infiltrata, sul lato orientale dello sbancamento effettuato per la costruzione del Palazzo di Giustizia (volgarmente detto Palazzaccio), lungo il Tevere: un caso emblematico di archeologia leggendaria.[Continua]