Walkabout, il viaggio a piedi rituali degli aborigeni australiani, è l’ispirazione con cui Urban Experience, nell’ambito dell’Estate Romana, dal 5 al 13 settembre 2015 dà vita a una serie di appuntamenti in alcuni quartieri della città. Come spesso capita l’intreccio di linguaggio legato ai nuovi media e teorie sociologiche rende difficile spiegare a parole qualcosa che in realtà è molto semplice. Di base si tratta di aggregarsi in un posto, in un giorno ed ad un’ora stabilita, per passeggiare e conversare, cogliendo le storie e la vicenda umana che l’itinerario, le strade, lo spazio intorno suggeriscono; un modo appunto di legare il discorso all’esperienza reale e rendersi immuni dall’eccesso di racconto rappresentato che ormai inonda le nostre vite attraverso vecchi e nuovi media; al tempo stesso di valorizzare con uno sguardo consapevole i luoghi tanto quotidiani quanto più per noi muti.
Solo che in più questo discorso, “brainstorming nomade”, dialogo colto sul nascere, per avere rilevanza culturale cerca nei moderni canali ancora il suo eccesso di comunicazione. I camminanti si dotano di dispositivi per la whisper-radio (Il metodo via etere usato dalle guide turistiche) e partecipano ad una sorta di trasmissione emotiva; con gli smartphone si reperiscono dal web risorse (video, audio, immagini, testi) da immettere; motu contrario risorse prodotte durante la passeggiata (foto, impressioni, post, video) in tempo reale vengono lanciate sul web attraverso i social e contribuiscono a creare mappe geoblog, percorsi segnati dalle storie su esso raccontate. Intanto, previo accordo, sul percorso gruppi di cittadini spettatori danno il loro contributo riguardo gli spazi che abitano.[Continua]