L’Israel Museum di Gerusalemme presta 140 opere di Chagall, tra dipinti ad olio, acquerelli, guazzi, disegni e opere grafiche come litografie e acqueforti, per una mostra presso il Chiostro del Bramante che sarà aperta fino al 26 luglio 2015 e che risulta rappresentativa di tutte le fasi creative attraversate dal pittore. Fiaba e folklore costituiscono il minimo teorico per spiegare un artista emerso al clima ribollente di idee nuove dell’occidente di inizio ‘900 da due ineludibili, concentrici abissi quali l’ebraismo millenario e l’immobile oscurità della Russia contadina.
Due radici che fanno la sua grandezza ma anche il limite che egli non riuscirà mai a valicare, nonostante avesse accolto con convinzione tutte le novità dell’avanguardia parigina, in special modo il Cubismo che imperversa nelle gallerie e nei Salons al suo arrivo: colori puri, semplificazione delle forme, loro suddivisione e riassemblaggio secondo prospettive simultanee, persino una certa apparenza spensierata, propositiva e vitale.
In questo senso è significativa la disputa con Malevic, il fondatore del Suprematismo, che nel 1920 vedrà il Nostro sconfitto e in fuga nuovamente dalla sua città natale Vitebsk e dalla scuola d’arte che lui stesso aveva diretta, con lo smacco degli allievi che lasciano il suo corso per iscriversi a quello dell’avversario.[Continua]