Dopo il regime fascista che l’aveva fondato dando inizio alla sua industria e di seguito la stagione neorealista che lo aveva portato a maturazione, il cinema italiano letteralmente esplode negli anni sessanta, accogliendo nel suo seno e di riflesso restituendo le grandi trasformazione del boom economico, la mutazione “antropologica” – come la chiamava Pasolini -, accompagnate dalla reazione critica e dalle inquietudini di fronte alle vicende sociali che proprio in quegli anni ci avrebbero consegnato definitivamente all’occidente del mondo. Per raccontare quanto stava avvenendo fiorirono nuovi autori, altri in quel periodo maturano, altri ancora continuarono splendidamente la loro strada iniziata nel decennio precedente, comunque tutti con la loro opera segneranno un periodo d’oro per il cinema italiano, ma si può dire, per tutto il cinema mondiale.
Una passerella immortale con Fellini, Visconti, Antonioni, Monicelli, Bolognini, Germi, Lattuada, Pontecorvo, ma anche Pasolini, Damiani, Emmer, Zurlini, Bertolucci, Petri, Lizzani, Rosi, Ferreri, Wertmuller, Bellocchio, Cavani, Samperi, i Taviani, l’incrocio tra arte e genere di Leone e Mario Bava, il sublime documentarista De Seta ed altri.
Il centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale, in accordo con il Palazzo delle Esposizioni quasi tutti i giorni fino al 9 giugno 2015 ripropone i loro film in 35mm per una rassegna (Cine 60, dieci anni di cinema italiano) che raccoglie quanto di meglio da sempre il nostro cinema ha prodotto. Il programma completo e tutte le informazioni su http://www.palazzoesposizioni.it/events/Rassegna.aspx?idr=136[Continua]