La canapa, nelle sue molte varietà, è una pianta coltivata da sempre e in posti distanti tra loro. vi si ricava la fibra resistentissima con cui per molti secoli si sono intessuti corde e vele ma anche tessuti e indumenti che traspirano con caldo e riparano dal freddo. E’ tanto coriacea da crescere forte, ha bisogno di poca acqua e risulta così inattacabile dalle erbacce da funzionare come diserbante naturale; in quanto tale, se coltivata a rotazione, migliora le capacità produttive del terreno, limitando l’uso dei diserbanti chimici inquinanti. E’ stata materia prima per la produzione eco sostenibile senza solventi della carta.
L’olio estratto dai semi viene utilizzato come combustibile da bruciare e per far funzionare i motori e oggi sembra che possa avere un ruolo nella produzione delle plastiche e di materiali da costruzione isolanti; trasformata in biomassa può essere utilizzata come combustibile e nella produzione di legno e pellet da bruciare. Gli stessi semi possono essere trattati e trasformati in farina oltre che in olio, e utilizzati in campo alimentare con accertati effetti benefici sulla salute. Migliaia sono gli usi praticati o possibili della canapa che però ha avuto ed ha un grosso problema: la reazione guardinga delle legislazioni nazionali di fronte alle proprietà psicotrope delle infiorescenze di alcune delle sue varietà, insomma la sua non risolta identità di materia prima utile anche alla produzione di medicinali e droghe.
Aziende interessate alla coltivazione e a tutte le trasformazioni possibili della canapa, ristoratori, associazioni no profit che combattono per il suo uso terapeutico si ritrovano insieme in esposizione per tre giorni dal 20 al 23 febbraio al Palacavicchi. http://canapamundi.com/[Continua]