Bruges fino al XIII secolo costituisce il terminale dei traffici di tutto il Nord Europa per la Lega Anseatica, congrega di città sul Mare del Nord; un commercio primitivo, al limite del baratto e sostanzialmente isolato da quello ben più vitale nel Mediterraneo e in oriente. Nei suoi magazzini aringhe dalla Scania, merluzzo dalla norvegese Bergen, miele e pellicce dalla Russia, birra e sale dall’Europa nord orientale, grano e legname da Danzica e da Königsberg. Forte di una certa autonomia delle Fiandre dal regno di Francia ascrivibile agli indomiti duchi di Borgogna, di un antico asse privilegiato nel commercio della lana grezza con l’Inghilterra e del collegamento diretto al mare apertosi del tutto fortuitamente nel 1134 dopo una tempesta, nel corso del XIV secolo la città completa la sua metamorfosi e si trasforma nel principale nodo dei traffici tra Nord Europa Mediterraneo e oriente, ruolo che conserverà per tutto il XV secolo, anche se con segni di decadenza nell’ultimo scorcio.
Arrivano genovesi, veneziani e toscani con sete italiane e velluti e con vini, sete e spezie provenienti dai popoli dell’estremo oriente; gli spagnoli portano lana e pelli, ferro dalle province basche; frutta, olio, vino, olive e ancora spezie dall’Asia giungono con i portoghesi. Ogni comunità nazionale stabilisce una rappresentanza commerciale in città e dal commercio ricchezza e denaro, e dal denaro, perpetuo ingranaggio, altro denaro, quello in prestito su pegno, in cambio di altra valuta, o a cambiali. Oggi questa la chiamiamo finanza e banche le trappole che la fanno.[Continua]