Fissata per i cinque giorni che vanno dal 4 all’8 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’Eur “Più libri più liberi”, la più importante esposizione italiana per i soggetti imprenditoriali impegnati nella piccola e media editoria, ormai diventato un focolare di incontri, discussioni e dibattiti per scrittori, autori ed intellettuali che fanno ancora oggi della scrittura, nelle sue svariate espressioni – saggio, racconto, romanzo ma anche fumetto, graphic novel, libro illustrato – il mezzo principale di comunicazione delle idee. Un’occasione in cui, letteralmente circondati, si direbbe minacciati dalla carta stampata – qui nella sua espressione più avanguardista, quella non compromessa da best sellers e dalle copie vendute a milioni – si può tentare di ridefinire la funzione materiale del libro, oggi che la cultura, le idee e le informazioni si trasmettono in modo virale, cioè come una malattia, attraverso la rete immateriale. Questo potrebbe essere il luogo adatto per annunciare la scoperta che insomma il libro non ha più nulla a che fare con la trasmissione del sapere, della bellezza o della varia umanità che esprimono i popoli e le persone, e che ha incominciato a significare, e quindi a comunicare e a vendere, solo sé stesso; un insieme di fogli scritti o disegnati, bene o male rilegati, che rende bene l’immagine di qualcosa di statico, fermo, pesante, un problema in viaggio e durante i traslochi; che nelle biblioteche, nelle librerie, in casa occupa chilometri di mensole, le più alte irraggiungibili da anni, in doppia e tripla fila, impilati, coricati, tracimanti, dimenticati, ma sempre lì immobili a illuderci che le parole siano meno sguscianti e più durature di quanto oggi ci appaiano. http://www.piulibripiuliberi.it/menu2009/HOME.aspx[Continua]
Al Wunderkammern la bella grafia di L'Atlas
Continua nel cuore di Tor Pignattara l’impegno della galleria Wunderkammern nel promuovere a Roma artisti internazionali di Street e Urban art. Il 22 novembre 2014 nello spazio di via Serbelloni, inconsueto in periferia per qualità e caratura degli artisti ospitati, si inaugura la mostra dedicata al francese Jules Dedet Granel, nome anagrafico di L’Atlas, l’Atlante della mitologia greca. Risiedendo in alcuni paesi arabi questo artista ha approfondito le regole e i segreti della calligrafia, l’arte cioè di usare la scrittura, soprattutto quella dei testi sacri, come ornamento librario o architettonico più che come veicolo di significato; una tradizione comune in forme differenti a tutte le culture (si pensi ad esempio agli ideogrammi in oriente, e alle miniature nell’occidente medioevale). Poi sulle piazze e sui muri delle città, oltre che con svariate tecniche su tela e legno, ha applicato la sua esperienza, tracciando linee e curve in bianco e nero che decisamente esasperano la deriva dei caratteri tipografici da veicolo di suono significante a vuoto svolazzo, misterioso ed iniziatico. Egli va oltre la calligrafia, una consuetudine artistica codificata come insieme di tecniche artigianali ma nata in ambito filosofico e religioso, poiché la applica come esperienza puramente grafica alle rappresentazioni geografiche, astronomiche, e di architettura urbana da sempre realizzate dall’uomo come forme di scrittura che si pretenderebbero utilitaristiche e scientifiche; inocula così anche in esse il seme del mistero. Segni grafici, mappe geodetiche, città, così trasecolano e si trasformano in labirinto, ideogramma universale dell’insondabile. http://www.wunderkammern.net/latlas/latlas.htm[Continua]
Roma Jazz Festival 2014
Swing & New Deal è il tema che quest’anno l’Auditorium Parco della Musica propone per il Roma Jazz Festival, con una serie di concerti, film e conferenze dal 18 al 30 novembre (http://www.auditorium.com/eventi/festival/5767382/1415919600). Tradotto, si vorrebbe il Swing essere un’evoluzione del jazz arrangiata alla voglia di divertirsi e di ballare degli americani debilitati dal crack del ’29; di conseguenza esso sarebbe riciclabile, in forma rinnovata, nel nostro tempo ferito altrettanto dalla crisi economica e dalla sfiducia nel futuro. Ma questo significherebbe attribuire alla musica degli anni trenta una zavorra di artificio retorico, inteso non come necessario bagaglio tecnico di linguaggio musicale, ma proprio come strumento di distrazione e occultamento, quindi consolatorio e anestetico. Invece sembra che una delle caratteristiche essenziali del jazz, anzi forse la sua maggiore conquista soprattutto a cominciare dal dopoguerra, sia proprio quella di essere una musica generalmente priva di retorica e di ogni stratagemma diversivo, compreso quelli che operano per sottrazione, dimenticanza. Il che non vuol dire che il jazz abbia smesso di suscitare emozioni ma solamente che in generale non si sia più apparecchiato a manipolarle. Ecco, sarebbe preferibile le cose rimanessero così. Hanno risposto all’appello il trombettista Fabrizio Bosso che con con il suo quartetto e l’Ensemble di Paolo Silvestri faranno rivivere le grandi orchestre di Duke Ellington; ancora, tra gli altri, Enrico Rava con il suo complesso, il duo di eccezionali pianisti Jason Moran & Robert Glasper, Franco D’Andrea in un trio insolito con clarinetto e trombone e il chitarrista gitano Biréli Lagrène, una dei maggiori eredi del jazz manouche di Django Reinhardt.[Continua]
A Teatro per il Ritratto di una Capitale
Fabrizio Arcuri e la sua Accademia degli Artefatti, un’esperienza di teatro contemporaneo con più di vent’anni, danno vita al progetto “Ritratto di una Capitale”. Drammaturghi, poeti e scrittori sono stati invitati a scrivere ventiquattro storie ambientate a Roma per ognuna delle ventiquattro ore di una giornata qualsiasi del nostro tempo; testi che saranno messi in scena all’Argentina, con la regia dello stesso Arcuri, da uno stuolo di attori, nella settimana che va dal 18 al 22 novembre 2014. Il regista che da molti anni nel lavoro teatrale ha di nuovo reso centrale il testo a scapito della rappresentazione, dedicandosi soprattutto agli autori della contemporaneità anglosassone (Sarah Kane, Martin Crimp, Tim Crouch e Mark Ravenhill), prova a ridefinire la funzione del teatro nel presente, gettando il dado tra le voci narranti o riconosciute tali che vagano per la capitale, per vedere e capire se la parola, il testo recitato nella forma di spettacolo più antica, ha ancora il potere conferire un senso, una dimensione mitica a fatti piccoli, sconnessi e frantumati, quali quelli che capitano nel corso della vita quotidiana di una città. Tra gli altri, il contributo dell’attore, esperto di periferia, Ascanio Celestini, dello scrittore sceneggiatore Giancarlo De Cataldo e del poeta Valerio Magrelli; e ancora Giuseppe Manfridi, Lorenzo Pavolini, Fausto Paravidino, Tommaso Pincio, Paola Ponti, Christian Raimo, Lidia Ravera, Ricci/Forte, Andrea Rivera, Letizia Russo, Elena Stancanelli, Roberto Scarpetti, Igiaba Scego, Claudio Strinati, Francesco Suriano, Daniele Timpano/Elvira Frosini, Emanuele Trevi, Mariolina Venezia. Se avrà adeguato riscontro l’esperimento sarà esteso prima ad altre città italiane e poi europee. http://www.teatrodiroma.net/adon.pl?act=doc&doc=2940[Continua]
Rally di Roma Capitale 2014
L’8 e il 9 novembre 2014 si tiene il Rally di Roma Capitale, Finale Unica – Trofei Rally Nazionali, una corsa, la sola dedicata ai delusi che hanno sognato il Gran Premio di Formula Uno all’Eur, con ampi tratti di percorso nel centro della città, che, alla sua seconda edizione, prevede una pista lunga fino a Rieti e ritorno. Le automobili di serie trasmutate per il rally, partendo dall’Eur, sfrecceranno lungo la Cristoforo Colombo, prenderanno le Terme di Caracalla sul lato sinistro, lungo via Baccelli; sfiorando il palazzo della Fao imboccheranno il Circo Massimo contromano dalla parte opposta di via dei Cerchi, poi a destra per piazza Bocca della Verità e via Petroselli fino a svoltare a sinistra all’altezza del vico Jugario. Sempre contro mano attraverseranno il Tevere sul ponte Palatino nei pressi dell’Isola Tiberina e imboccheranno il lungotevere, precorrendolo sino a Castel Sant’Angelo, che aggireranno su piazza Adriana. Ritornate sul lungotevere, attraverseranno di nuovo il fiume sul ponte Pietro Nenni, lambiranno piazza del Popolo, imboccheranno il Muro Torto e poi in successione via Pinciana e via Pacini; attraverso quest’ultima prenderanno il tratto urbano della Salaria che, come strada statale 4, le condurrà fino a Rieti. Resta un’unica domanda: perché una gara automobilistica così pericolosa, anche e soprattutto per gli spettatori, nel cuore della capitale d’Italia? Per informazioni sulla corsa, sul percorso, e sul comportamento da tenere per evitare rischi il sito http://www.rallydiromacapitale.it/index.php[Continua]