L’Ara Pacis, un monumento inaccettabile e quindi da sempre oggetto di forzature. Mai accettato così come rinvenuto in un posto diverso e in frammenti dispersi, probabilmente mai esistito come ricostruito in fretta e furia per adattarsi alle esigenze propagandistiche del fascismo. Già in origine montaggio discutibile tra stili scultorei diversi, inseriti in una composizione architettonica sbagliata per scelta di spazi ed equilibrio, come pensava il buon Bianchi Bandinelli. Iniziativa dell’entourage di Augusto, alacre ed interessato a glorificare l’imperatore per la pacificazione delle tumultuose tribù stanziate nella penisola iberica e in Gallia, sulle Alpi e in Rezia come in tutta l’Europa occidentale; imprese tra l’altro il cui merito, guadagnato in campagne militari decennali, più che a lui è da attribuire ai suoi generali, tra i quali figliastri. Una commessa insomma gravida di propaganda ed incolta, voluta da una classe dirigente che intuiva la bellezza ereditata dalla Grecia classica e dal mondo ellenistico senza in realtà comprenderla fino in fondo e che per questo si serviva di essa in maniera sommaria. Sepolta nei secoli dal limo delle inondazioni del Tevere, l’Ara incominciò ad emergere a pezzi dalle fondamenta di un palazzo nobiliare (in sequenza temporale Peretti, Fiano, Almagià) a partire dalla prima metà del ‘500, lontano centinaia di metri dalla sede attuale, lungo il corso della via Lata, prosecuzione nel Campo Marzio della Flaminia. Estratti frammenti a più riprese, il suo recupero completo mette in pericolo la stabilità dell’edificio soprastante, fino a quando, con l’affinamento delle tecniche di scavo, tra il 1937 e il 1938 viene prelevata completamente e ricomposta per ordine di Mussolini in riva al Tevere, che la fa rientrare, protetta da una teca-padiglione, questa volta nel suo programma di propaganda.[Continua]
Arti sonore e Digital art sull'Appia Antica
Praticate ma non molto conosciute dal pubblico, Sound art, Digital art e tutto quanto ad esse collegato in Italia hanno ancora pochi spazi a disposizione. Generi artistici multidisciplinari, tra musica, videoarte, computer art, grafica 2D e 3D e cinema, quindi inclassificabili, essi vantano origini nelle sperimentazione delle avanguardie novecentesche, anche quelle datate (l’introduzione dei rumori nella musica si può far risalire agli anni ’10 del ‘900 con la pratica artistica di un futurista come Luigi Russolo), ma hanno ricevuto un forte impulso negli ultimi decenni dalla digitalizzazione degli altri media, soprattutto quelli popolari come cinema, grafica, pubblicità, televisione. Per la seconda edizione negli ambienti dell’Ex-Cartiera Latina, sede del Parco dell’Appia Antica, l’organizzazione legata al premio internazionale Sonic Arts Awards presenta il 90dB–Festival Internazionale delle Arti Sonore, portando dall’11 al 14 settembre 2014 i protagonisti mondiali di queste forme d’arte, molti dei quali con una forte componente d’ingegneria elettronica e programmazione informatica nel curriculum, a presentare istallazioni sonore ed esibirsi in concerto. Per i pomeriggi del 13 e del 14 sono previsti spazi laboratorio dedicati all’utilizzo del processore open source Arduino nell’arte e al riciclo di materiali per la costruzione di nuovi, sorprendenti strumenti musicali. http://www.90dbfestival.org/. Per il programma dettagliato http://www.estateromana.comune.roma.it/manifestazioni/musica/90db_festival_internazionale_delle_arti_sonore[Continua]
Letture e musica al Monk Club
Partendo dal programma televisivo Bookshow prodotto da Minimum Fax Media per Sky Arte Hd, il Monk Club, edizione rinnovata del vecchio Palma Club, sempre sotto la supervisione della casa editrice dà spazio, dal primo al 14 settembre 2014, ad una serie di appuntamenti di reading-concerto, forma teatrale derivata dal cabaret ormai con una sua dignità di genere, in cui generalmente un attore legge un testo letterario molto o abbastanza noto, qualche volta appoggiandosi ad un tema specifico, sempre accompagnato da uno o più musicisti che dal vivo sottolineano i passaggi importanti, come la colonna sonora fa nel cinema. Tutte le sere dalle 21 la proiezione di una puntata del programma televisivo che, ricordiamolo, ha per tema la riscoperta dei luoghi di una città ogni volta diversa, è seguita da una performance di lettura dal vivo. Coinvolti attori provenienti da cinema teatro e televisione come Alessio Boni, Iaia Forte, Isabella Ragonese, Paola Minaccioni e Fausto Paravidino, Manuela Mandracchia, Mauro Avogadro, Jacopo Venturiero, Ugo Dighero, Marcello Prayer, Enzo Curcucù, Pietro Faiella, Liliana Massari, Alvia Reale, Barbara Valmorin, Mariangeles Torres, Sandra Toffolatti, Sergio Mancinelli, Fabio Cocifoglia, Diego Ribon, Mattia Cianflone, Gianluca Musiu; musicisti della scena jazz quali Bruno Marinucci, Fabrizio Frosi, Pierpaolo Ranieri, Armando Sciommeri, Paolo Farinelli e Marcello Allulli. Per i testi e scrittori il programma sul sito http://www.paginasuccessiva.it/Bookshow-Live-Dall-1-al-14.[Continua]
Giacinto Cerone, sculture su carta
Il Macro di via Nizza ricorda Giacinto Cerone, nato nel ’57 a Melfi, profondo sud simbolo della colonizzazione industriale del nord, e morto all’ospedale San Camillo di Roma nel 2004, dopo una vita non molto lunga da romano e da scultore. In mostra una serie di trenta dipinti su carta, un’espressione artistica quasi blasfema per un uomo che ha contorto nelle pose più precarie ceramica e gesso, a volte camuffandoli con vernici e cromature, ed in quel caso rendendone ancor più sorprendente l’equilibrio. In realtà anche per queste opere, – preparate prima con una stesura di colore a tempera, smalto o vernice, e poi portate a compimento attraverso il tratteggio di segni e profili con matita, pastello, grafite o gesso – la modalità operativa e gestuale ricalca quella del modellare e scolpire. Cambia molto invece l’atteggiamento dello spettatore che nei confronti di alcune sculture del compianto può provare una spinta sensuale a toccare, avvolgere, abbracciare con fisico godimento, quando al contrario in questi dipinti le campiture monocrome che si prendono quasi tutto lo spazio, insieme ai tratteggi esili e rassegnati, invitano a abbandonarsi, dimenticare il ramo a cui da sempre si è cercato di rimanere attaccati e lasciarsi cadere. “Giacinto Cerone. Il massimo dell’orizzontale. Opere su carta”, ancora fino al 14 settembre. http://www.museomacro.org/it/giacinto-cerone-il-massimo-dell%E2%80%99orizzontale-opere-su-carta[Continua]
Le Notti di San Lorenzo con il cinema
L’associazione CinemAvvenire, fondata oltre vent’anni fa alla Mostra di Venezia da Gillo Pontecorvo e dallo psicoterapaeuta Massimo Calanca, cerca di strappare il quartiere storico di San Lorenzo – già martire dei bombardamenti alleati nella seconda guerra mondiale e poi della vicina, ipertrofica Città Universitaria – al destino estivo, ma anche invernale, di dedalo di locali sacrificato allo sballo e allo schiamazzo notturno; allo scopo organizza in Piazza dell’Immacolata fino a tutto settembre 2014 un’iniziativa dell’Estate Romana dedicata al cinema e alla musica jazz, con l’aiuto di Zétema e del II Municipio di Roma Capitale. Il cartellone, deciso insieme alle associazioni del territorio, presenta molti dei film votati dalle giurie giovanili alla Mostra del Cinema di Venezia e alcuni grandi classici, ma soprattutto dà fondo al grande magazzino di cortometraggi che la stessa CinemAvvenire può fornire, forte delle varie edizioni di Video Festival che gestisce negli ultimi mesi dell’anno. Un panorama interessante per temi e stile sulla nuova cinematografia italiana ed europea. Accattivante il programma jazzistico che prevede formazioni italiane di punta. Potete trovare tutti gli appuntamenti, anche gli incontri e i dibattiti previsti per far conoscere le realtà culturali del territorio, gli orari di proiezioni e concerti all’indirizzo http://www.estateromana.comune.roma.it/manifestazioni/sere_d_estate/le_notti_di_san_lorenzo/appuntamenti.[Continua]