Dopo 24 anni al Palazzo dei Congressi di Roma il Forum PA nella sua edizione 2014, l’incontro annuale per proporre ed esporre soluzioni innovative e buone pratiche finalizzate a rendere la pubblica amministrazione più efficiente, virtuosa, aperta e amica dei cittadini. Ma anche con la migliore delle disposizioni, le sensazioni suscitate nelle persone dagli uffici pubblici sono prevalentemente tutte dello stesso segno. Attesa, complicazione, incertezza, ostacolo, paura di sbagliare, rifiuto, sono emozioni largamente fuori da qualsiasi ottica di servizio ed abbondantemente dentro la mescolanza tra farragine normativa e carenza motivazionale degli impiegati. Indendiamoci, non si escludono eccellenze e persone preparate e volenterose, ma se si guarda al sistema della pubblica amministrazione nel suo complesso l’esperienza di ritorno è molto vicina a quella che si prova quando cerchiamo di evitare qualcosa che sappiamo prima o poi ci farà male. La burocrazia in Italia nasce e cresce sulla necessità della politica di avere un serbatoio di voti eternamente a disposizione e finisce per consolidarsi attraverso la naturale tendenza di ogni sistema chiuso ad avere come obiettivo prevalente la propria conservazione. Ne risultata ancora oggi un meccanismo che riesce al tempo stesso ad essere feroce con i deboli (paradossalmente si è tanto più deboli quanto più disperatamente si tenta di stare alle regole), ma che si prostra connivente e e permeabile alla corruzione con chi le regole non le vuole rispettare o le vuole utilizzare a proprio vantaggio.[Continua]
Storia degli aquiloni alla Sala Santa Rita
I materiali, le forme, le tecniche costruttive e la storia millenaria dell’aquilone raccontata alla presenza di più di cento esemplari provenienti da tutte le epoche e da molti paesi del mondo. La mostra presso la Sala Santa Rita a cura di Alivola e di Guido Accascina – uno dei maggiori esperti italiani, nonché uno dei rarissimi costruttori e promotori di aquiloni in Italia – è un inusuale tributo alla più antica forma di controllo su sé stessi. Il gioco della leggerezza che si presenta come un sfida all’equilibrio già a partire dalla scelta dei materiali, della forma e della tecnica costruttiva. Un sfida all’equilibrio, se ci pensiamo, in cui tutti gli sforzi, la fatica, i movimenti e l’abilità di chi guida sono tesi a rendere il volo sostanzialmente statico; una scommessa che si patteggia con lo spazio a tre dimensioni per addomesticare tutte le forze in gioco – la gravità, il vento, la tensione del filo e la portanza della struttura alare – in modo da insegnare loro la direzione e il verso giusto per produrre la stasi, il nulla. E quando anche questo volo dovesse diventare dinamico, acrobatico, vertiginoso è perchè si impara a distillare quel faticoso nulla, ad allontanarsene e riconquistarlo senza mai perderlo di vista. Non per niente il movimento più veloce, più guizzante dell’aquilone è quello che prelude la catastrofe, quello che lo porta, dopo rapidissime capriole e avvitamenti, ad impattare il suolo e ad aspettare senz’anima che qualcuno si avvicini e lo raccolga come un corpo ingombrante e senza grazia. Aquiloni: un filo lungo tremila anni, info su http://www.culturaroma.it/12?evento=1233[Continua]
Musei Capitolini. La favola della spina
Ancora fino al 25 maggio 2014 ai Musei Capitolini: Spinario, Storia e fortuna. Lo Spinario bronzeo del Palazzo dei Conservatori è un format scultoreo, probabile assemblaggio del primo secolo a.C. tra una testa di stile severo ed il resto del corpo in posa naturalista alla maniera ellenistica, modello per le altre sculture in esposizione e per i quadri e disegni ad esso ispirati, provenienti da tutto il mondo e prodotti in un ampio arco temporale che va dall’antichità classica al Rinascimento e oltre. L’estate secca il cardo e spingo avanti due armenti, insieme al pensiero per Amandio, per suoi glutei possenti. Stamane mi ha sussurrato parole gonfie come il buio del mattino e mi ha promesso il giorno e la notte. Ma il giorno e la notte non possiede; appartengono al sentiero di pietra, al bosco, alla stalla, e all’armento, e al capoccia che la sua verga serve come gli piace. Desideroso di fuggire dal bosco e condursi a me ha stremato le vacche per il sentiero ripido e faticoso. Una tra le più giovani alla fine della corsa si è piegata sui garetti ed è rovinata in terra, ardente di febbre. Esperto dalla paura ha preso l’olio e il vino dalla provvista, ha acceso il fuoco e, dopo averli scaldati, ha spalmato di essi il corpo esausto e immenso della giovenca. Le ha dato poi un po’ d’acqua e l’ha nascosta sotto una coltre di paglia per darle sollievo. Poco dopo il tramonto, così Pale la dea ha deciso, il respiro umido e rapido della bestia si è estinto e le sue membra, fetide di morte, si sono indurite. Ho visto Amandio l’ultima volta mentre offriva la pelle e la carne profonda al flagello, guardando il capoccia esigere il debito proprio da lui che nelle notti montane molte volte dolcemente l’aveva flagellato. Spingo gli armenti, calpesto il cardo seccato e nessuno più può cavarmi la spina dal piede. http://www.museicapitolini.org/mostre_ed_eventi/mostre/spinario[Continua]
Quadriennale di Roma. Gianfranco Baruchello
la Quadriennale, tradizionale kermesse di arte contemporanea organizzata dalla fondazione omonima, nella sua meravigliosa sede di villa Carpegna alle spalle di San Pietro dedica una mostra a Verifica incerta, il film feticcio realizzato nel 1964 dall’artista, allievo diretto di Duchamp, Gianfranco Baruchello e dal cineasta padre del cinema underground italiano, Alberto Grifi; un esperimento visivo ottenuto incollando con lo scotch spezzoni di pellicola in 35 mm destinati al macero e acquistati per pochi soldi, provenienti da films hollywoodiani degli anni ’50 e ’60. Un’operazione di arte concettuale, uno squarcio sul ruolo politico della finzione nello spettacolo di massa che oggi potrebbe apparire addirittura ingenua se confrontata con la manifesta manipolabilità delle immagini, resa disponibile a tutti dal progresso tecnologico e digitale. Non fino al punto però da farne dimenticare la portata dirompente per l’epoca (il film fu portato a Parigi dallo stesso Duchamp e apprezzato dal gotha dell’avanguardia, Cage, Man Ray, Max Ernst compresi), e da ecclissarne l’efficacia critica in un momento come quello attuale, in cui il blob dei media tradizionali e quello torrenziale dei nuovi media non può che rimanere sulla superficie umoristica, arrestarsi prima di arrivare alla fonte delle strategie persuasive dominanti la produzione di immagini e cultura.[Continua]
Def, evento finale all'Università di Tor Vergata
Il 20 maggio presso la macroarea di Scienze M.F. N. dell’Università di Tor Vergata, in via della Ricerca Scientifica 1, si tiene l’evento conclusivo di Def-DEntro l’impresa Fuori dal disagio. La Fondazione Crui, promossa da Conferenza dei Rettori italiani come fautrice del collegamento tra l’università e i settori produttivi, in accordo con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù, ha organizzato una serie di 11 appuntamenti per i giovani all’interno delle università italiane, allestendo angoli informativi sulle opportunità lavorative offerte dal territorio e spazi di consulenza e simulazione in cui esperti, imprenditori e ragazzi in gamba svelino i segreti per riuscire a proporsi nel mondo del lavoro, creare impresa e autoimpiego, mettere a frutto le proprie competenze, e scamparla da sfiducia, immobilismo e disagio. Alla base sempre il labile confine tra bene e male condito da una serie di paradossi connaturati al nostro sistema economico complessivo, nel quale lo stesso impulso ad avere fiducia e brillante voglia di fare può essere causa diretta di prepotente avidità e di arrivismo sfrenato, atteggiamenti che si possono includere tra le cause dell’attuale crisi economica. Ma pensandoci, anche l’ecosistema consumista, inquinante e ultimamente digitalizzato, cui si dovrebbe contribuire con il lavoro e con l’impresa per sentire piena la propria esistenza, è almeno in parte origine di quegli stili di vita lassisti ed insalubri, punto di partenza della depressione e della marginalità giovanile.[Continua]