Svetonio, distante abbastanza dai fatti per permettersi di dissacrare la figura del primo imperatore, racconta che Augusto ebbe timore di agire con violenza contro i proprietari recalcitranti a concedere i terreni che avrebbero reso il suo foro spazioso quanto avrebbe desiderato, e si accontentò di quel poco che riuscì ad acquistare dai privati ai piedi della Suburra. Prudenza strana alla luce della tradizione che ci consegna un uomo che all’epoca, in un modo o nell’altro, godeva del favore delle varie forze in campo; inspiegabile se si pensa che l’edificazione fu terminata in circa quarant’anni, arco di tempo in cui il fondatore dell’Impero aveva ormai assunto il fulgore di un dio orientale. Solo narrazioni e come tali parziali e difficilmente verificabili. Ma quale racconto ha più dignità degli altri? i frammenti di colonne e capitelli, le sezioni di muro a calcestruzzo, i marmi appoggiati qua e là, le cornici istoriate a rilievo, e tutto quello che non si scorge, compreso quanto sepolto da Mussolini sotto la via dell’Impero. Il racconto analitico di archeologi e storici ha i suoi fini certamente giustificabili e sta tutto nei reperti, nella scienza e nella filologia: poche volte però dà un quadro unitario. A fatica il turista cerca di costruire il suo racconto e dalla balaustra di via dei Fori Imperiali vede se tra le macerie trova qualcosa che è anche nella guida o sullo smartphone.[Continua]
Leopoli Cencelle. la città provvisoria ai Mercati di Traiano
Leone IV, Papa tra l’847 e l’855, da orgoglioso soldato e fine stratega cinse di mura il Vaticano fino a Castel Sant’Angelo e in questo modo lo protesse dalle incursioni dei Saraceni che avevano trovato nel Tevere la strada per raggiungere Roma; creò così la cittadella che in suo onore si chiamerà Città Leonina. Ristrutturò Porto, l’antica ed importante area portuale risalente a Traiano, munendola di fortificazioni e costituendovi una colonia di corsi. Sempre per rendere più sicure le coste tirreniche – durante l’alto medioevo, insieme a gran parte del mediterraneo, dominio dei pirati musulmani – prestò soccorso agli abitanti dell’altra città portuale di origine romana, la cosidetta Centumcellae, porta strategica per il rifornimenti di Roma. In aiuto di quelle anime, ormai esauste degli anni di scorrerie dal mare e ridotte a nascondersi nei boschi come bestie, – caso rarissimo per l’alto medioevo occidentale – decise di costruire dal nulla una città fortificata a dodici miglia dalla madrepatria, che naturalmente avrebbe chiamato Leopoli. La nuova fabbrica, affidata nei minimi dettagli a certo Pietro magister militum, prevede mura, accessi, magazzini, sistema viario, fosse per i rifiuti e approvigionamento idrico. Essa è il frutto del sogno di una notte e non, come quasi tutte le città del mondo, del lento sedimentarsi nel tempo degli umani negozi.[Continua]
Chef solidali per la Locanda dei Girasoli
La Locanda de Girasoli di via dei Sulpici è un ristorante di Roma, zona Quadraro Cinecittà, a pochi passi da via Tuscolana; ma è soprattutto uno dei primi esperimenti in Italia di inserimento lavorativo per persone down. Avviato per iniziativa del privato sociale e dell’amministrazione comunale, fino a poco tempo fa a rischio chiusura per la crisi, oggi è diventato una piattaforma-laboratorio di buone pratiche da trasferire in altri contesti sociali e geografici. Questo il senso dell’iniziativa Chef solidali. Cinque chef stellati nelle migliori guide, provenienti dalla ristorazione romana ma non solo, nei giorni 23 aprile, 14 maggio, 15 giugno, 16 settembre e 20 ottobre 2014, per iniziativa della cooperativa Sintesi che gestisce il ristorante e con il sostegno di Comune e Regione, cucineranno presso il ristorante del Quadraro Nuovo per massimo 70 fortunati per volta, i quali dal canto loro dovranno essere pronti a tirar fuori un contributo fisso 100 euro per un pasto a pranzo o cena. Il ricavato sarà completamente devoluto al tentativo di replicare una seconda Locanda dei Girasoli a Palermo e dare così un’opportunità lavorativa ad altre persone con la sindrome di Down, Williams e X fragile, cominciando dalla costruzione per loro di un percorso formativo ad hoc. Per avere tutte le informazioni sulle serate, per conoscere le reazioni dei media e per capire come partecipare potete cliccare l’indirizzo http://www.lalocandadeigirasoli.it/chef-solidali-stelle-per-il-sociale/[Continua]
Riaprono le catacambe di San Marcellino e Pietro sulla Casilina
Grazie al finanziamento della lontana Repubblica dell’Azerbaigian, le Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, insieme al Mausoleo di Sant’Elena, sulla via Casilina all’altezza del quartiere di Tor Pignattara, dalla domenica delle Palme 2014, tutti i sabati e domeniche saranno aperte al pubblico. Dopo un lungo restauro condotto dalla Pontificia Commissione di archeologia Sacra e dalla Soprintendenza per i Beni archeologici di Roma, un pezzo della Roma dei primi cristiani, un sito importante anche conoscere l’impulso che l’imperatore Costantino e la sua famiglia hanno impresso al passaggio dall’universo pagano all’era cristiana, viene restituito al pubblico. Le Catacombe, terze per estensione a Roma, insieme al soprastante Mausoleo che Costantino aveva assegnato alla sepoltura della madre (il meraviglioso sarcofago di porfido istoriato trovato in loco è ai Musei Vaticani), trascurate e inaccessibili per molto tempo, restituiscono quasi la totalità dei 18000 metri quadri di cubicoli e affreschi in gran parte del III e IV secolo, a testimonianza della fede delle prime comunità cristiane. All’interno della chiesa costruita nel ‘600, tra le mura circolari del Mausoleo, la Sopraintendenza archeologica di Roma espone circa 200 reperti trovati nei dintorni, soprattutto in riferimento alle stele del cimitero degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore, che Costantino distrusse per punire la loro scelta di parteggiare per Massenzio durante la battaglia di Ponte Milvio.[Continua]
Palazzo delle Esposizioni. Roma racconta Pasolini
Pasolini genio e poeta ha creduto che esistesse, o forse ha solo vagheggiato un’umanità antica e innocente, cosciente di una coscienza limpida, trasparente alla natura felice; le ha dato casa nel passato e tra i poveri emarginati del presente. Per puro contrappeso narrativo ha dovuto immaginare anche il potere che l’avrebbe estinta o solo impedito la si potesse sognare. Poi finalmente è sceso per le strade di Roma, al confine con la campagna archeologica, tra le borgate in costruzione: le ha trovate ancora in lotta, in fuga verso una mitica purezza, o ha solo provato a narrarle come tali. Mandrione, Ina case Tuscolana, Tor Pignattara, Pigneto, Cecafumo e parco degli Acquedotti, Casilina Vecchia, Quarticciolo, Ostia sono nei suoi romanzi e nei suoi films. Roma allora, per gratitudine o per vendetta, ha incominciato a raccontare il poeta, ed è stata un altra storia. Roma ha detto che in Pasolini l’innocenza esumata dal fondo dei millenni contadini era l’asso per un giochino di carte, una partita solitaria la sera nella sua villa a Sabaudia. Oggi tutti potremmo avere la visione rivelatrice se solo lo volessimo: ma allora nessuno ascoltava Roma mentre strillava che il Potere, uscito da qualche suo putrido orifizio, era apparso, terribile, a Pasolini, e che lui aveva fatto in tempo ad imprimerlo sulla pellicola e nella scrittura, come si fotografa l’ectoplasma durante una seduta spiritica.[Continua]