L’immaginario di chi oggi ha un’età che va dai trenta fino ad oltre i cinquant’anni, la generazione in piena attività, nasce da cinema, televisione, fumetti e cartoons, di conseguenza non può che fruire ed alimentarsi di una cultura pop, nel senso più ampio della parola, ed inglobare quella dose non trascurabile di passata ribellione che attualmente si esprime nella street art e urban art, forme di arte già ampiamente accettate, se non promosse dai pari età che stanno nella politica e nelle amministrazioni. Un compendio di tutto questo è leggibile nell’attività della Galleria Mondo Bizzarro, che ospita gli artisti, italiani e stranieri, pienamente debitori delle tonnellate di cartoons, fumetti e cinema, fantasy ed erotici, surrealisti ma disimpegnati, di cui più o meno tutti hanno nutrito la loro adolescenza. Una mostra fino al 30 gennaio 2014 accoglie le opere di Leiji Matsumoto, uno che con i suoi manga quell’immaginario ha contribuito a crearlo, cogliendo l’occasione dell’uscita al cinema di Capitan Harlock 3D, il suo personaggio più conosciuto. Una serie di stampe ritoccate a mano, raffiguranti i suoi personaggi e le sue atmosfere, ottenute con la piezografia, tecnica avanzata di impressione precisa e altamente definita che sfrutta la proprietà di alcuni materiali di produrre differenze di potenziale, quindi elettricità, a seguito di differenti pressione meccaniche.[Continua]
La vita. Un percorso al Museo di Biologia
La Cooperativa Myosotis proroga fino al 28 febbraio 2014, negli ambienti del Museo Civico di Biologia, un percorso interattivo per grandi e piccoli sugli aspetti generativi ed evolutivi della vita nei suoi peculiari processi biologici. dalla struttura della cellula alla riproduzione, fino agli adattamenti evolutivi delle più svariate forme viventi; tutto con l’ausilio di dispositivi multimediali, pezzi museali, alcuni dei quali normalmente non presenti nell’esposizione permanente, ed esperimenti dal vivo cui i visitatori possono partecipare. La mostra è il fulcro di una serie di appuntamenti scientifico didattici per bambini in età scolare che rientrano nel filone Scienza Divertente di gennaio. Non possono mancare i dinosauri, in scena il 18; il 19 si potranno scoprire gli aspetti magici di magneti, magnetismo ed elettricità, e vincere la naturale ripugnanza per serpenti, tartaruga e rettili in genere. Ancora il 25 lezione in inglese sugli scheletri, mentre il 26 si parlerà di prede, predatori ed animali notturni. Possibilità di organizzare gruppi scolastici e informazioni dettagliate riguardo a prenotazioni, costi e orari su http://www.myosotisambiente.it/public/post/la-vita-in-mostra-315.asp[Continua]
ll settecento a Roma insolito
Roma, ad uno sguardo veloce, almeno in centro è una città in parte rinascimentale, in parte cospicua barocca, dal medioevo obliterato, con le antiche rovine che dominano alcune zone e che affiorano, qualche volta impercettibili, dappertutto. Allargando lo sguardo oltre i Fori e Campo Marzio predomina l’architettura ottocentesca, soprattutto postunitaria. Per questo la mostra di disegni architettonici settecenteschi al Museo di Roma può avere l’effetto di un ingrandimento fotografico in grado di offrire particolari altrimenti non apprezzabili. In gran parte provenienti dalla collezione di Antonio Muñoz, l’uomo che negli anni ’30 contribuì a fondare il museo, le opere grafiche presentano qualche grande committenza ecclesiastica, come la nuova facciata per San Giovanni in Laterano del 1732 con la quale Alessandro Galilei cambia il volto della prima basilica cristiana; e ancora la basilica di San Paolo fuori le mura, Fontana di Trevi, i prospetti per i Santi Apostoli e la facciata posteriore di Palazzo Farnese. Ma il grosso degli schizzi e dei disegni progettuali sono realizzati con cura dagli architetti per illustrare e convincere danarosi e nobili privati a finanziare la costruzione di edifici abitativi, fontane e altari. Oltre a nomi conosciuti quali Ferdinando Fuga, Nicola Salvi, architetti di mestiere come Andrea Francesco Nicoletti, Girolamo Toma.[Continua]
La Colonna Traiana in mostra
Esattamente 1900 anni per la Colonna di Traiano. Inaugurata nel 113 d.C., sembra aver posto non pochi problemi agli ingegneri romani e all’anonimo(i) scultore(i); 17 blocchi cilindrici di marmo greco o lunense, 3 metri e 83 di diametro, un metro e 53 di spessore, ciascuno pesante decine di tonnellate, impilati con sacrificio non certo mitigato dalla necessità di ottenere un incastro accettabile, cavi come si presentavano al loro interno già prima del montaggio per accogliere i segmenti della scala a chiocciola, e data la spirale di bassorilievi già sbozzata sulla loro superficie esterna. Ma a sorprendere, in un contesto già così difficile, sono le nuove soluzioni, come la scelta di rendere variabile la larghezza del fregio da un minimo di 89 ad un massimo di 125 centimetri con l’aumentare della distanza dal suolo e dagli spettatori allo scopo di evitare l’effetto prospettico di restringimento progressivo dei riquadri; Oppure le scene disposte in maniera da conservare coerenza narrativa anche se lette da un solo lato, in verticale. Il risultato è un’invenzione mai vista prima, totalmente attribuibile ai romani, forse il più grande capolavoro della loro scultura, con esempi ispiratori nella pittura e nei fregi degli archi trionfali certo, e ciononostante il primo esempio di colonna istoriata con un fregio continuo a spirale. Avvolto 23 volte per 200 metri complessivi, contiene il dettagliato resoconto, in fotogrammi successivi, delle due vittoriose campagne condotte dall’imperatore Traiano contro i Daci nei primi dieci anni del II secolo d.C.[Continua]
La storia dell'uomo carbone
Al teatro Kopò da oggi fino a domenica L’uomo carbone, una vicenda di umanità marginale in un coraggioso teatro di periferia. Un meritorio progetto, segnalato dalla Presidenza della Repubblica, che il Teatro sociale di Pescara porta in giro per raccontare, attraverso le vicende di due immigrati abbruzzesi, la tragedia dei 136 minatori italiani rimasti sepolti per sempre nella miniera belga di Marcinelle un giorno del 1956. De Gasperi aveva offerto manodopera meridionale senza diritti e senza pretese al governo belga che, dopo la mattanza al fronte, era rimasto corto di minatori; in cambio otteneva il carbone per alimentare l’economia italiana postbellica. L’accordo uomo-carbone appunto, 200 kili di materiale nero al giorno per ogni lavoratore inviato, un patto evidentemente tutto a vantaggio dell’economia belga, frutto della precario prestigio dell’Italia dopo la sconfitta. Gli immigrati, moltissimi abruzzesi, comunque pieni di speranza, obbedendo alla fame e alla ragion di Stato, con casco, piccozza e lampada scendono in miniere prive delle minime norme di sicurezza, fino a quando, la mattina dell’8 agosto, un incidente agli impianti di risalita provoca un incendio che chiude loro ogni possibilità di fuga, soffocandoli quasi tutti in un sarcofago di fumo e di calore. Senza dubbio uno di quei momenti in cui la finzione ipocrita del potere appare autentica come la felicità degli uomini di offrirsi ad esso in sacrificio. [Continua]