la possibilità di guardare la società e il mondo senza pensare a come guadagnarci e tenendo presente le generazioni future. Ecco l’orizzonte del Salone dell’Editoria Sociale, quest’anno alla sua quinta edizione, che parte oggi e fino al 3 novembre presenterà dibattiti e incontri sui grandi temi dell’umanità e sugli sguardi nuovi da costruire per il pianeta, oltre che buone pratiche editoriali. La Grande Mutazione, il titolo a tema, secondo Karl Paul Polanyi, filosofo e sociologo ungherese, è quella che a partire dal XVI e XVII secolo ha reso l’economia, intesa come mercato e meccanismo capitalista, da strumento utile alla società a padrone e regolatore assoluto di essa. In analogia a questo tesi storicamente documentata, la crisi economica che dal 2007 mina la capacità e le risorse soprattutto dei paesi più deboli, non sarebbe altro che un ulteriore tessera del puzzle nel quale il mondo, la politica, la cultura sono completamente asserviti ai meccanismi della finanza e all’interesse privato. Però Il terzo settore, il mondo no profit, l’economia sociale per ora, in termini di volume d’affari, non possono rappresentare nient’altro che un modello. Tutto il programma e le case editrici su http://www.editoriasociale.info/[Continua]
Duchamp e l'Italia
Marcel Duchamp, il giocatore di scacchi, nella sua vita ha cercato come e più di altri la libertà. L’opera d’arte unica ed irripetibile, finita aquista una propria esistenza e nessuno al suo cospetto è libero, nemmeno l’autore. Marcel Duchamp l’ha resa riproducibile da chiunque ed ovunque, riportandola così alla sua vera essenza di progetto, visione unica, prodotto dalla mente dell’autore, concetto. Il mondo è pieno di oggetti cui l’uomo attribuisce una funzione ed una ragione, diventando così schiavo di essi; Marcel Duchamp, con un supremo atto creatore li allontana dai loro spazi consueti e li colloca con modi e in posti in cui la loro normale funzione, la loro ragione d’essere svanisce, liberando da essi tutti noi. Ogni vicenda umana contiene un seme di competizione, di lotta estenuante, e Marcel Duchamp ne ha avuto prova intensa e personale; ha quindi trasferito questo gioco alterno di vittoria e sconfitta sulla scacchiera di legno, riducendolo a pallido riflesso di sé, a plastica visione mentale, ad opera d’arte cerebrale continuamente mutevole: vittorie e sconfitta sono così diventate innocue manifestazioni secondarie della bellezza.[Continua]
Fellini vent'anni dopo
Il 31 ottobre del 1993 muore Federico Fellini e le sue spoglie mortali sono esposte nello studio 5 di Cinecittà, che seppur vuoto di allestimenti cinematografici, appare pieno della sua presenza. Nel ventennale la Cineteca Nazionale Centro Sperimentale di Cinematografia, con l’apporto di Rai Movie, Rai Teche e Cineteca Griffith, tra il primo e il sette novembre dedica una retrospettiva al regista, poeta, intellettuale, che comunque la si pensi, più di chiunque altro ha rappresentato il cinema e l’arte del nostro Paese nel mondo. Alcuni dei titoli maggiori restaurati, piccoli documenti filmati di Rai Teche, rarissimi tagli, montaggi, versioni di scene alternative dei film, incontri e dibattiti. In un’intervista il regista racconta la difficoltà di attribuire, durante la lavorazione del Satyricon, un sistema di gesti e movimenti credibili a persone di un’epoca di cui non si possiedono documenti audiovisivi. Due possibilità si offrono: cercare di ricostruirli a partire dalla scarsa iconografia o dalle fonti letterarie, in certi casi operazione improbabile. Oppure inventare dal nulla movimenti, tic e gestualità alternativa a quelle degli esseri umani attuali. In questo caso si può cadere nel ridicolo, oppure si rischia di far emergere, come da una primitiva forza creatrice, un altro mondo. A Fellini riusciva sempre la seconda.[Continua]
Il circo totale
Il circo per sopravvire nel nuovo millennio da poesia povera e antica doveva diventare industria: Guy Laliberté, ex mangiafuoco di strada, ha mescolato gli ingredienti della metamorfosi. Il Cirque du Soleil produce profitti, al punto da renderlo ricchissimo, perchè nasce dai soldi, così tanti da esaudire qualunque desiderio. Ma anche dalla favola, holliwoodianamente intesa, del bene trionfante – James Cameron regista di Avatar e Titanic non a caso ne ha fatto un film in 3D – quando un tempo era stato un serie frammentaria di esibizioni; ed infine dalla produzione in proprio di ogni singolo elemento spettacolare, dalla musica alle coreografie fino agli effetti speciali ad alta tecnologia. Il numero circense, anche di alta scuola, non è il fine ultimo dell’allestimento, il coronamento dell’attesa, la tensione totale ed istantanea dei nasi all’insù, ma un tassello transitorio, una pausa incastonata nel più grande e multiforme spettacolo del mondo. Certo, la mancanza di animali rende la scena, se possibile, ancora più virtuale, e non poteva essere altrimenti per uno forma di divertimento che volesse definirsi moderna e superare l’esame del corretto credo ecologico di inizio millennio.[Continua]
This is Rome, fermento in città
Il Comune e la Provincia di Roma, in collaborazione col Maxxi e l’Enel, per mezzo dell’agenzia di comunicazione Snobproduction organizzano This is Rome – la nuova scena creativa di Roma, nelle giornate del 25 ottobre e per il 20 e 21 novembre 2013. Una vera rivoluzione. Un tempo i movimenti giovanili, le avanguardie artistiche, i nuovi modi di esprimersi nascevano nelle cantine, semi clandestini, in un atmosfera di illegalità, mal tollerati, se non addirittura perseguiti dalla cultura ufficiale e dalle autorità. Oggi è l’autorità costituita che li intercetta, dà loro spazio e li promuove, anche con il denaro pubblico. Non sappiamo quanto questa integrazione immediata dei nuovi impulsi creativi conservi loro la forza dirompente nello stesso grado che ebbero quelli di 30, 50, 100 anni fa, ma di certo non ci sorprende se pensiamo che parte dei giovani che allora volevano sovvertire l’ordine e le convenzioni, subendone l’oppressione, oggi sono al timone delle istituzioni politiche, sociale, culturali, con potere di decisione e di spesa.[Continua]