L’Ambra Jovinelli nei suoi cento anni di storia le ha passate tutte. Gioiello liberty sull’Esquilino, nasce per dare un palcoscenico al teatro comico e all’avanspettacolo e solleticare la risata della piccola borghesia amministrativa che occupa il colle, diretta emanazione della classe dirigente piemontese. Sempre a gestione privata, fila gloriosamente nella sua funzione fino agli anni ’50 e ’60, ma nei decenni successivi subisce la concorrenza del cinema e della televisione, trasformandosi, nell’ordine, in quadrato per la box, cinema, cinema a luci rosse, fino alla chiusura per un incendio nel 1982. Negli anni ’90, dopo l’occupazione con spettacoli da parte di giovani artisti, qualcuno si convince a ristrutturarlo in quanto edificio storico. Negli anni duemila riprende la sua attività a vocazione comica, vivendo a traino del piccolo schermo, con un cartellone pieno di nomi televisivi; questo fino a due mesi fa, quando problemi tecnici e strutturali, pericolosi in termini di agibilità,[Continua]
Roma e motori
Quando vogliono rendere il discorso interessante, degno di attenzione, ormai da tempo gli intellettuali usano termini quali “contraddizione”, “contraddittorio”, cioè complesso, vicino alla realtà, profondo, incomprensibile quanto una vita degna deve esserlo. Ciò non toglie che certe contraddizioni possano essere veramente indigeribili. Roma, i romani, ma anche i turisti, non hanno ancora smaltito i postumi di rumore e smog prodotti dai paleolitici motori delle centinaia di migliaia di Harley-Davidson che indisturbate hanno invaso l’intera città per il loro 110° anniversario, con tutte le licenze, anche quella di uccidere e di uccidersi; Roma, dicevamo, ancora deve riprendersi dagli incidenti e da una veramente incomprensibile benedizione papale ai centauri, e non ha avuto il tempo di digerire l’onta della giusta denuncia alla Procura del Codacons, per “interruzione di pubblico servizio, attentato alla sicurezza dei trasporti e concorso in lesioni gravi, e per accertamento delle responsabilità degli organizzatori dell’evento e di chi aveva il compito di vigilare ed evitare disordini e disagi per i cittadini“.[Continua]
Racconti per voce. Parco dell'Appia Antica
Storytelling in tutto il mondo è raccontare una storia dal vivo con la voce e i gesti, improvvisando su canovaccio noto o sconosciuto e dando corso a personaggi e vicende ogni volta con parole, movimenti, espressioni nuove, a costituire una performance di narrazione con il volto e con il corpo, veri veicoli di emozione tra il narratore e il pubblico. Un sorta di prodromo del teatro, con l’attore divinità fuori dai fatti e testimone, se non causa di essi: l’origine orale antichissima di ogni altra forma di racconto. L’Odissea e L’Iliade, le prime opere della letteratura occidentale, sono nient’altro che collezioni, infine trascritte, di racconti, che gli aedi, i cantastorie, trasmettevano oralmente da un villaggio all’altro. E tutti allora come oggi abbiamo necessità, siamo disposti a pagare affinché qualcuno che ne possegga il segreto, ci racconti bene una storia.[Continua]
Estate Progressive all'Auditorium
Tra il ’69 e il ’75, a partire naturalmente dall’Inghilterra e in tutta Europa nasce cresce e muore il Progressive, il genere di musica popolare – intendiamo la musica che con i dischi, con i mezzi di comunicazione di massa, ieri come oggi potenzialmente può raggiungere tutte le persone del pianeta -, l’unico che finora che abbia osato redimersi dalla semplificazione a fini commerciali di mezzi, di tessuto musicale, di tempi di consumo e infine di attitudine alla sperimentazione. King Crimson, Soft Machine, Yes, Genesis, Van Der Graaf Generator, Jethro Tull, solo per citare i più influenti, declinano in diverse forme una musica interminabile, retorica a volte, sempre contaminata dalle più disparate influenze, ma che ha nella padronanza degli strumenti, del suono, il suo perno ineludibile. Tanto che ancora oggi sopravvive tra un folta schiera di appassionati e in tutto il mondo attraverso i concerti dei primi protagonisti, con le riedizioni arricchite e rimasterizzate dei vecchi dischi, e con l’uso suggestionato dei suoi temi e motivi anche tra chi suona classica o jazz.[Continua]
Le foto di Garolla a Cinecittà Due
Se si rimane in zona, c’è tempo fino al 23 giugno per poter vedere gratuitamente un’esposizione delle foto di Federico Garolla allo spazio di arte contemporanea del centro commerciale di Cinecittà Due. La sequenza di bianco e nero d’epoca del fotografo reporter napoletano, che dopo aver raccontato con onestà semplice gli stenti degli italiani usciti dalla guerra, ha saputo interpretare sulle riviste e i rotocalchi i divi del cinema, della moda, dell’arte e della cultura dagli anni ’50 in poi. Un evidente parallelo unisce le sue immagini a quelle del cinema neorealista nel documentare le nostre origini, senonché quanto in questo ultimo la mancanza di regia è dissimulata, nel Nostro è vera sostanza, sforzo e tensione certo, ma solo nella direzione e nel tentativo di sottrarvisi. Dopo la sua morte nel 2012, è doveroso rivedersi il racconto dell’Italia che le sue fotografie hanno fatto e quanto di essa ci resta. Federico Garolla “In scena e fuori scena” .[Continua]