Dopo la definitiva consacrazione internazionale al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid nel 2010/11, e al Tate Modern di Londra nel 2012, al Maxxi, – il tempio italiano dell’arte contemporanea, quella fatta e quella che si farà, – qualcuno si è convinto, senza timore di sbagliare, a celebrare Alighiero Boetti, esponendo il suo lavoro a Roma dopo il 1972. Ecco, cercare il motivo per la sua valorizzazione nella prospettiva di una mutazione genetica della sua arte al suo trasferimento in città, può apparire limitante per un artista che ha viaggiato, si è confrontato con il mondo e che il mondo ha capito. Il passaggio dall’arte povera torinese in bianco e nero al colore romano non travia affatto il suo procedimento originario, incentrato sulla cura dell’idea, del progetto, diremmo sulla programmazione in linguaggio macchina dell’opera, e contemporaneamente sulla assoluta svalutazione della sua realizzazione pratica. Proprio nella serie degli arazzi[Continua]
Antica chirurgia al Museo di Medicina della Sapienza
L’imperatore è vicino ma nessuno lo ha visto, se non in effigie. Una villa suburbana a Fidenae reddito di rango senatorio, o di alta burocrazia imperiale, e la comunità al servizio dei campi e degli animali. Il tempo è un ciclo continuo e fatale di fatiche e sofferenza e nessuno ne chiede ragione, se non che a volte, e te lo aspetti, all’improvviso si increspa di orrore e sommesso stupore. Uno schiavo, forse un liberto, osserva il frutto dei suoi lombi, un bambino di non più di cinque anni, ricchezza e braccia future. Da un po’ la sua testa si gonfia senza posa nella parte superiore destra, tira i lineamenti di zigomo, guancia e mento, tende le tenere ossa del cranio fino a separarne le commessure e qualcosa dentro vuole posto; si può accettare, nessuno intorno sa e sa fare. Lancinante emicrania, dolore vomito pianto e infine prostrazione e catalessi. Il destino è destino, ma qualcuno sa come scacciare i demoni. A Roma, forse mosso da una[Continua]
Vigamus, tutto su Alien
Ad anni luce dalla Terra il computer Mother veglia sulla nave mercantile Nostromo in viaggio di ritorno. Allertato da un misterioso sos proveniente dal satellite di un pianeta inesplorato nei pressi, sveglia l’equipaggio ibernato. Gli astronauti, costretti dal protocollo, scendono sul satellite ad aiutare gli eventuali naufraghi, ma è un trappola. Una terribile razza aliena che si riproduce e si nutre cannibalizzando le altre forme viventi vi ha deposto le proprie uova. Durante la perlustrazione, una si schiude e consente ad un viscido polipo di uscire ed attaccarsi al viso di uno degli esploratori, provocandone il coma. Dopo gli inutili tentativi dell’equipaggio, il polipo muore staccandosi da sé e lo sfortunato sembra tornare in salute. Una volta sull’astronave però un’alieno appena nato viene fuori dal suo ventre e con la complicità di un androide presente come ufficiale scientifico, sfugge all’equipaggio diventando una implacabile presenza omicida sulla Nostromo.[Continua]
Automata alla Sala Santa Rita
Sin dall’antica Grecia magico ramo nella evoluzione delle macchine, gli automi risultano teatrali e decorativi quanto utile e civilizzatrici le macchine sono state nella storia dell’uomo. E’ intimamente umano lo spettacolo del legno, del metallo o della carta sagomati a volte in figura di persona o animale, che in virtù di ingranaggio di ruote dentate, puleggie e camme, compiono da sé movimenti, emettono suoni, parlano, cantano, azionano a loro volta meccanismi e sembrano addirittura agire ragionando; ha incantato filosofi greci, imperatori cinesi e monarchi europei come Luigi XIV e Federico II il Grande, e persino Leonardo ha progettato un cavaliere meccanico in armatura; il suo fascino sopravvive nella robotica ma anche negli occhi dei bambini di fronte al più banale dei carillon. E quello spettacolo, la sua meraviglia non provengono dall’ammirazione dell’inanimato in movimento o dell’ingegno del costruttore, ma consistono dello stupore di poter conoscere, tenere dentro di sé per un volta, la causa,[Continua]
Scienza da festival nel III Municipio
Il terzo municipio, uno dei meno estesi, per metà occupato dal cimitero monumentale del Verano e dal policlinico Umberto I, per il resto San Lorenzo e studenti, Piazza Bologna e studenti e, manco a dirlo, Città Universitaria istituti laboratori e ancora studenti. Molta parte della scienza e della cultura universitaria italiana passa qui e nessun altro luogo come il III municipio poteva esprimere una manifestazione didattico divulgativa sulla scienza in una Roma che sull’argomento lascia molto al caso, in cui i musei scientifici non sono all’altezza (ultimo il caso del Museo Geologico Nazionale di Roma, chiuso da tempo immemorabile, oppure l’Acquario di Roma che tarda ad aprire), e dove non c’è un programma serio di grandi manifestazioni divulgative che promuovano il sapere scientifico. Eventi per le scuole e per un pubblico più generico[Continua]