Ingresso gratuito dal 28 ottobre al 20 gennaio 2013 al Palazzo delle Esposizioni per Italo Calvino, per le fiabe italiane da lui raccolte e trascritte, per i 18 illustratori che le hanno interpretate, e per offrire ai bambini e ragazzi un laboratorio di creatività. Sarà un esagerazione, ma nell’illustrazione dei libri per l’infanzia e l’adolescenza vediamo un contributo di resistenza all’omologazione dell’immaginario che viene esercitata su tutti, compresi gli adulti, dall’industria mondiale dell’animazione e dei videogames, Disney-Pixar e Dreamworks che sia. La cooperativa Giannino Stoppani – per chi va a Bologna, gestisce coraggiosamente, al di fuori dei circuiti, la libreria per ragazzi nel centrale Palazzo di Re Enzo – la trasferisce a Roma appunto dal capoluogo emiliano.[Continua]
Le città dissolte – Pedro Cano
Fino al 13 gennaio 2013 ai Mercati di Traiano, Mediterranea, Pedro Cano, mostra del pittore spagnolo assiduamente presente a Roma. Il Mediterraneo un mare chiuso, alle civiltà e ai loro traffici sufficiente per millenni. Sulle sponde del Mediterraneo tutti siamo diversi ma tutti ci riconosciamo, sicuri di esserci almeno una volta incrociati, su qualche isola, in un porto, durante qualche istante perduto, dimenticato. Come pure le città ci sono tutte interamente familiari, senza sconti e amnesie, pur lontane come Alessandria, Cartagena, Istanbul, Napoli, Spalato, Venezia; le isole Maiorca, Patmos, Sicilia, dove arriveremo almeno una volta. Canu ce lo rammenta con tratti di disegno preciso e dissolto, portandoci in paesaggi frammentati che noi dobbiamo ricomporre, condannandoci in ogni modo a non sbagliare, chiunque siamo e qualunque sia la nostra prospettiva: poco importa se sono città reali o le città invisibili di Calvino, da lui pure illustrate; dobbiamo ricostruirle perchè dentro di noi hanno le fondamenta. Maggiori informazioni.[Continua]
Notte dei Musei – Postumi
140000 alle 20:00, 250000 persone in giro fino a notte fonda, un kilometro di fila e 3200 persone alle Scuderie del Quirinale per Vermeer , 12.300 i visitatori per l’Ottava Giornata del Contemporaneo organizzata da Amaci, 5000 all’Ara Pacis, 4200 a Palazzo Barberini, 6500 ai Musei Capitolini; tutto in poche ore, un successone per il Comune e per gli organizzatori: se bastassero questi numeri e non fossero necessari anche quelli riguardanti chi ha realmente visto qualcosa, ascoltato un concerto, goduto di un’opera d’arte. Per esperienza diretta molti di meno, forse nessuno. Siamo stati alla Casa del Jazz, serata dedicata al ricordo del Folk Studio con Renzo Arbore, e ci rimarrà sulla pelle soltanto il parcheggio inesistente, la gente fuori sul prato, un triste schermo che malamente riproduce l’evento dentro; e questo dopo interminabili incolonnamenti in macchina, calca, smog. Ci chiediamo a cosa possa servire una tale follia: alla cultura no di certo.
Fotoromanzo da letteratura
Ancora fino al 31 ottobre presso La Casa delle Letterature, Io e Calliope, singolare evento mostra della fotografa Ileana Florescu. Nell’immaginario di noi italiani, almeno di una certa età, resiste un genere di lettura, il fotoromanzo, oggi morto – sorpassato dalla televisione e dal reality -, ma che già in vita aveva varcato il confine del consumo popolare per diventare occasione di riflessione culturale sulla società (pensiamo solo al Fellini de Lo Sceicco Bianco). Ecco che tutta la mostra fa leva interamente su quanto resta dentro di noi di quelle foto patinate col fumetto, aggiungendo per sceneggiatura dialoghi e frasi tratte da capolavori, o presunti tali della letteratura. Senz’altro un un effetto straniante da un lavoro complesso di ambientazione, costumistica e fotografia. Per informazioni il sito della Casa delle Letterature.[Continua]
Apertura al pubblico degli scavi di Santa Maria Antiqua
Santa Maria Antiqua nel Foro rappresenta l’idea del sovrapporsi e la sua storia è una storia di sovrapposizioni. Non nel senso, ormai banale per Roma e per il mondo, che in essa possano leggersi successioni stratificate nel tempo di archeologia, storia e civiltà: intendiamo precisamente che la sua vicenda, lo stesso centenario susseguirsi degli scavi, ci consegnano un metodo di conoscenza e di indagine sulla storia e sull’uomo. Questo edificio ha voluto sè stesso per metamorfosi impostandosi, nel VI secolo, su un probabile monumentale ingresso alle dimore imperiali palatine di Domiziano; cambia aspetto all’interno e fuori durante tutto l’alto medioevo fin ad essere inabbissato – fortuna per noi posteri – da un terremoto nel IX secolo; se ne perde quasi[Continua]