Come si può dedurre, senza forzarle, dalle parole di Monique Veaute, presidente della Fondazione Roma Festival, “contemporanei” sono le tradizioni locali, i riti e i miti antichi di popoli diversi, un tempo sconosciuti l’uno all’altro, traslati e assorbiti in forme di espressione globali; il “contemporaneo” è, con un termine abusatissimo, la “contaminazione” senza freni tra stili, linguaggi e generi un tempo separati. Se questo è vero il contemporaneo è contemporaneo da quasi cinquant’anni nella sue forme più estreme, e in maniera leggermente meno marcata ha caratterizzato tutto il secolo scorso. E che cos’è in fondo il post-moderno se non questa perdita di centro, questa frantumazione di confini?
Romaeuropa Festival (spettacoli fino al 24 novembre), senz’altro l’appuntamento più importante in Italia per quanto riguarda lo spettacolo dal vivo contemporaneo, da tutto il globo porta a Roma per più due mesi attori e autori di teatro, musicisti, coreografi e ballerini, artisti visivi e digitali, che insieme meglio riescono incarnare questa idea di contemporaneo. Arrivano per farci sentire le voci di popoli antichi Lia Rodrigues con le musiche Kanaki della Nuova Caledonia, Massimo Pupillo con le cerimonie notturne del villaggio amazzonico di Paoyhan, il coreografo Hamdi Dridi con le tradizioni dei contadini tunisini, i musicisti africani con burkinabé e i ritmi wassalou. Ma ci sono anche gli artisti europei e occidentali che travalicano i limiti di genere come Hans Op de Beeck in veste di regista teatrale, autore, scenografo e costumista nel suo “The Valley”; Pascale Marthine Tayou insieme a Galleria Continua, Yinka Shonibare MBE e Théo Mercier con Steven Michel, la mostra “rappresentata” di Jan Fabre. Ci sono gli artisti visivi che firmano le scenografie teatrali come Gerhard Richter in “Events” di Merce Cunningham (1964), e Gianni Dessì ne La Gaia Scienza, in origine interpretato da Giorgio Barberio Corsetti, Alessandra Vanzi e Marco Solari (La rivolta degli oggetti, 1976).
Questo e molto altro su tanti palcoscenici della città: Teatro Vascello, Teatro di Roma – Teatro Argentina, Auditorium Parco della Musica, Accademia di Ungheria – Palazzo Falconieri, Sala Santa Rita, Mattatoio, Palazzo Merulana, Teatro di Roma – Teatro India, Teatro Pubblico Plurale – Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro Olimpico, Teatro Vittoria, Opificio Romaeuropa, Palazzo delle Esposizioni. Il programma dettagliato su https://romaeuropa.net/programma/.[Continua]