Dopo Spagna, Svezia e Slovenia, fino all’11 dicembre 2017 è visitabile a Roma, presso l’ex-Cartiera Latina nel Parco dell’Appia Antica, Archeomusica – I Suoni e la Musica dell’Antica Europa, una mostra dedicata all’archeologia della musica e degli strumenti musicali, dal Paleolitico (40.000 anni fa) al Medioevo. A colmare il grande vuoto nella cultura mondiale riguardo la musica, la sua funzione e i modi per produrla nell’antichità – dovuto essenzialmente alla difficoltà di rinvenire o di interpretare, una volta rintracciati, sistemi di segni precedenti l’avvento della notazione moderna nel X secolo – ci hanno pensato da cinque anni a questa parte dieci istituzioni europee di sette paesi, raggruppate nel progetto Emap (European Music Archaeology Project), con finanziamenti dell’Unione Europea e regia a Tarquinia.
Uno stuolo di archeologi, musicologi, ricercatori, ma anche costruttori di strumenti musicali, compositori e musicisti, registi, sound designer e artisti multimediali, si è coordinato per portare a termine un immane lavoro sui pochissimi reperti trovati in tutta Europa e sulle testimonianze iconografiche e letterarie; hanno sperimentato suoni, materiali e tecniche di costruzione degli strumenti antichi; hanno quindi fatto puntigliose ricerche sul modo di suonarli e sui contesti di fruizione, ricostruendo infine gli strumenti in modo che potessero essere realmente suonati. Il risultato è questa mostra e una serie di eventi e concerti collaterali i cui dettagli trovate all’indirizzo http://www.regione.lazio.it/rl_cultura/?vw=newsDettaglio&id=347.
Si potranno conoscere ed ascoltare dopo millenni il carnyx, lungo corno celtico, il lituus, tromba etrusca utilizzata dai Romani; il corno Loughnashade un tempo diffuso in Irlanda e le trombe celtiberiche in terracotta di Numanzia; gli auloi (flauti) greci chiamati tibiae a Roma, il cornu di Pompei, l’organo hydraulis alessandrino e tanti altri manufatti che producevano musica, fedelmente ricostruiti a partire dai materiali. La mostra, organizzata per sezioni, è accompagnata da numerosi supporti didattici e nel tempo ha stimolato un ricca produzione multimediale, a cominciare dal film Blast from the Past, attenta documentazione visiva del lavoro svolto.[Continua]