Il Centro Culturale Gabriella Ferri, uno dei tre insediati da Roma Capitale nelle periferie, il 14 giugno 2014 organizza con il sostegno di Radio Kaos Italy un singolarissimo torneo dedicato alla ricomposizione di puzzle Ravensburger da 5000 (come sostiene il Centro) o 500 (come dice meno pretenziosamente il sito della radio) pezzi. Il termine per iscriversi scade il 12 giugno, i puzzle saranno in mostra fino al 22. Non possiamo fare a meno di andare col pensiero al preambolo di George Perec al suo La vie mode d’emploi, un terribile, coraggioso mattone letterario, in cui il puzzle è oggetto, metafora generatrice e cornice strutturale del racconto. Nella maggior parte dei casi – per tutti i puzzle di cartone in particolare – i puzzle sono fatti a macchina e i loro contorni non seguono necessità alcuna: una pressa tranciante regolata secondo un disegno immutabile taglia i fogli di cartone sempre nel medesimo modo; il vero amatore respinge questo tipo di puzzle…non nel soggetto del quadro o nella tecnica del pittore sta la difficoltà del puzzle, ma nella sapienza del taglio, e un taglio aleatorio produrrà necessariamente una difficoltà aleatoria, oscillante fra una facilità estrema per i bordi, i particolari, le macchie di luce, gli oggetti ben definiti, le pennellate, le transizioni, e una difficoltà fastidiosa per tutto il resto: il cielo senza nuvole, la sabbia, i prati, i coltivi, le zone d’ombra, eccetera…
…L’arte del puzzle inizia con i puzzle di legno tagliati a mano quando colui che li fabbrica comincia a porsi tutti i problemi che il giocatore dovrà risolvere, quando, invece di lasciare che il caso imbrogli le piste, vuole sostituirgli l’astuzia, la trappola, l’illusione: il modo premeditato, tutti gli elementi che figurano sull’immagine da ricostruire – questa poltrona di broccato d’oro, quel tricorno nero ornato da una piuma nera un po’ sciupata, quell’altra livrea color giunchiglia tutta coperta di galloni d’argento – saranno il punto d’avvio di un’informazione ingannevole: lo spazio organizzato, coerente, strutturato, significante, del quadro verrà spezzettato non solo in elementi inerti, amorfi, poveri di significato e informazione, ma anche in elementi falsificati, portatori di false informazioni: due frammenti di cornicione che s’incastrino perfettamente mentre in realtà appartengono a due parti molto distanti del soffitto, la fibbia di una cintura di uniforme che si rivela in extremis un pezzo di metallo reggitorcia, vari pezzi tagliati quasi allo stesso modo appartenenti, gli uni a un arancio nano sulla mensola di un caminetto, gli altri al suo riflesso appena appannato in uno specchio, sono i classici esempi di trabocchetti tesi all’appassionato.
Non potremmo meglio dire quanta banalità condividano il caso e la Ravensburger. http://www.centriculturali.roma.it/
Lascia un commento