In edicola, con giornali e riviste del gruppo L’Espresso, trovate lo speciale di National Geographic sulla nostra Cinecittà, intesa come studi cinematografici, ammesso che ci siano altri modi per intenderla. Questa parte di Roma era il cinema nella testa dei gerarchi di Mussolini, poi dal 28 aprile 1937 nella realtà. Lo rimane oggi nell’immaginario di tutti. Questa zona è il cinema per l’urbanistica, modellata com’è sulla via di collegamento tra il centro di Roma e gli studi, la Tuscolana prima in mezzo alla campagna; antropologicamente, per le maestranze del cinema che l’hanno abitata, per gli eserciti di comparse, per tutta la precaria economia che intorno ad essa si è sviluppata. Il libro, pur nella qualità del recupero fotografico, si sofferma poco naturalmente su questo, in conpenso batte i sentieri già noti: Mussolini e la sua propaganda, i kolossal e il divismo, Fellini & C., i set di cartapesta e i teatri di posa, ed infine l’arrivo delle fiction e della televisione del Grande Fratello e Amici. Un bel capitolo su Dante Ferretti, il nostro tre oscar per le scenografia.
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