Forte di 377 repliche e otto anni di attività in teatri italiani e nei più prestigiosi festival internazionali, arriva, per la prima volta negli spazi di via Tuscolana 1055 dedicati a Cinecittà si Mostra, Dignità Autonome di Prostituzione, un originale format teatrale pensato e scritto da Elisabetta Cianchini e Luciano Melchionna, e diretto da quest’ultimo. Gli spettatori all’ingresso oltre al biglietto ricevono monete fittizie, il dollarino; con esso entrano in teatro o altro luogo trasformato in una sorta di casa chiusa.
Qui 40 tra attori, musicisti, mimi, cantanti, circensi, abbigliati di vestaglia e giacca da camera nello stile più riuscito dei bordelli felliniani, quali prostitute condizionano al pagamento con moneta locale l’offerta delle loro prestazioni (attoriali!); allo scopo adescano i clienti-spettatori, esaltano sé e la propria specialità, litigano tra loro se necessario, tutto mentre la famiglia dei tenutari (tra i quali lo stesso “papi” Melchionna) li incoraggia a scegliere un attore piuttosto che un altro contrattandone il prezzo. L’artista prescelto si apparta quindi con singoli o gruppo di essi nei luoghi deputati e dà corso alla sua prestazione, un monologo, un balletto o un’istallazione di 10/15 minuti ispirati a testi classici o sceneggiati dagli stessi autori.
Valore aggiunto a Cinecittà, come privè per la consumazione sono disponibili i teatri di posa, i set di Fellini, le scenografie delle grandi produzioni internazionali, tappe di un tour fisico nell’immaginario del cinema.
Costretto lo spettatore ad un imbarazzante mercimonio e portata allo scoperto, in maniera solo apparentemente fittizia, la vena prevalentemente mercantile di ogni relazione umana, l’operazione è un evidente riflessione sul senso dell’attore e della finzione artistica in un’epoca di social e reality, la cui dominante percentuale risulta una pessima recitazione.
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