Marcel Duchamp, il giocatore di scacchi, nella sua vita ha cercato come e più di altri la libertà. L’opera d’arte unica ed irripetibile, finita aquista una propria esistenza e nessuno al suo cospetto è libero, nemmeno l’autore. Marcel Duchamp l’ha resa riproducibile da chiunque ed ovunque, riportandola così alla sua vera essenza di progetto, visione unica, prodotto dalla mente dell’autore, concetto. Il mondo è pieno di oggetti cui l’uomo attribuisce una funzione ed una ragione, diventando così schiavo di essi; Marcel Duchamp, con un supremo atto creatore li allontana dai loro spazi consueti e li colloca con modi e in posti in cui la loro normale funzione, la loro ragione d’essere svanisce, liberando da essi tutti noi. Ogni vicenda umana contiene un seme di competizione, di lotta estenuante, e Marcel Duchamp ne ha avuto prova intensa e personale; ha quindi trasferito questo gioco alterno di vittoria e sconfitta sulla scacchiera di legno, riducendolo a pallido riflesso di sé, a plastica visione mentale, ad opera d’arte cerebrale continuamente mutevole: vittorie e sconfitta sono così diventate innocue manifestazioni secondarie della bellezza.
Marcel Duchamp, giocatore di scacchi, ha inseguito a tal punto la libertà, che, ipnotizzato dal potere della Regina e dalla placida calma del Re, mentre era rinchiuso nel recinto preciso delle caselle, la libertà l’ha fatto prigioniero.
Alla Galleria Nazionale di Arte Moderna, dall’8 ottobre 2103 al 9 febbario 2014, Duchamp Re-made in Italy, dove troverete i primi dipinti e i ready-made duplicati dall’autore ed esposte negli anni ’60 per la galleria di Arturo Schwarz a Milano, e da questi donate al museo, e a Roma nella galleria Gavina di via Condotti. Ma anche gli artisti italiani da lui direttamente influenzati come Enrico Baj, Sergio Dangelo e Gianfranco Baruchello, i suoi scacchi da viaggio e il suo museo portatile, il film Verifica Incerta di Barruchello in cui compare come attore, e Anémic Cinéma di cui è regista.
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