Enormi tele segnate ad acrilico tappezzano quasi completamente i muri di Casa Vuota. Riapre in questo modo perentorio, dopo la pandemia, l’appartamento galleria di via Maia, con un ciclo ininterrotto di simulati arazzi-affreschi, dipinti dall’artista torinese Elisa Filomena. Un’impressionante sequenza di paesaggi campestri e fluviali, di lussureggianti giardini primordiali, abitati da figure sfuggenti e traslucide, in gran parte femminili, fatte della stessa materia dello sfondo.
L’ispirazione cavalca i cartoni preparatori rinascimentali, gli schizzi che artisti come Raffaello, MIchelangelo, Leonardo disegnavano in scala 1:1 su carta e che poi venivano trasferiti sui muri affresco con varie tecniche (una era quella di bucherellare i contorni, stendere il cartone sul muro e tamponare con polvere di carbone, in modo da lasciare su di esso l’ombra del disegno, da dipingere successivamente con mano rapida e sicura). Un modo per abbandonarsi all’ispirazione immediata senza la paura di fare errori che risultassero poi irrimediabili sul supporto finale. Le tele di Filomena raggiungono lo stesso risultato di precaria emersione delle figure al campo visivo da una trama monocroma di piegature, cancellature, ripensamenti e gesti avventati, come si volesse restituire il pensiero di un istante che affiora imperfetto o, all’opposto, l’infinita, graduale cassazione operata dal tempo. Ingresso gratuito con prenotazione fino al 31 luglio 2021.
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