Date: dal 31 ottobre 2023 al 1° aprile 2024
Dove: Palazzo Bonaparte
Orari: dal lunedì al giovedì 9.00-19.30, venerdì, sabato e domenica 9.00-21.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: www.ticket.it
Informazioni: https://www.arthemisia.it/it/escher-roma/
Artemisia porta a Palazzo Bonaparte circa 300 opere per la più completa delle mostre mai dedicate in Italia a Maurits Cornelis Escher, tra gli incisori e grafici più celebri e influenti al mondo. A differenza della precedente mostra a Roma del 2015 al Chiostro del Bramante, questa volta – complice una migliore organizzazione – abbiamo fatto una fila meno lunga, siamo entrati e abbiamo trovato tutto quanto potessimo aspettarci. Gli inizi in Olanda, la lunga permanenza in Italia e a Roma, I paesaggi del meridione d’Italia, gli scorci di Roma, le tassellature, le metamorfosi, le architetture impossibili, le figure senza fine, i paradossi, gli abissi della percezione, e infine l’influenza documentata che quest’avventura della contorsione visiva, abisso ricorsivo di immagini, ha avuto sull’arte, sulla grafica, sul cinema, sulla pubblicità, sino ad oggi.
Quello che non abbiamo trovato è stata la luce: intendiamo proprio l’illuminazione. Lasciare ad un faretto esangue la responsabilità di litografie in fondo piccole e dal tratto sottile, oltre ad essere una tortura per la vista dei più attempati, denuncia anche l’intento di favorire una fruizione atmosferica, soffusa, disintermediata dalla ragione, quasi fossero dei Caravaggio. In questo, come per la mostra del 2015, rimaniamo dell’avviso che in Escher la logica percettiva, l’elaborazione concettuale sopravanzano di gran lunga il rapimento dei sensi, e questo è il segreto della virtù replicabile delle sue opere, del suo grande successo a distanza di tempo negli ambiti creativi più disparati, del favore riscosso tra matematici e scienziati di ogni genere. Ci piace riprodurre l’aneddoto su Escher nell’Italia fascista che abbiamo scritto nel 2015.
Un giorno d’estate del 1922 Il signor Maurits Cornelis Escher giunge a Castrovalva. Alto, biondo e sudato, vede spuntare dal vicolo più ampio la processione del patrono San Michele. Resta fermo, distante come una divinità straniera. Un quarto d’ora dopo due carabinieri gli si fanno da presso apparentemente leggeri di ogni imbarazzo e lo invitano a seguirli senza replicare. In caserma, mentre furioso l’artista a stento rimane seduto, il maresciallo Bambini, di getto, non senza valide argomentazioni e ben oltre le sue letture, afferma che chi non può essere altrimenti identificato, o lo è in modo vago, allora di certo è un assassino mestatore. Sentitasi opporre una norma universalmente presente nei codici che un uomo in divisa non può calpestare, il militare replica che i tempi pare stiano cambiando e che forse per un uomo in divisa a questo punto è più saggio osare, rischiando di commettere abuso. Qualcuno ha attentato alla vita del Re e da Roma si aspetta notizia di cambiamenti epocali.
“E poi vedete… chi fa rispettare la legge, ma anche chi deve seriamente esercitare il potere”, aggiunge il Maresciallo “non ammette incrinature, non tollera spazi vuoti, e la Vostra presenza aveva reso polvere più fine la polvere sollevata dallo scalpiccìo della processione, aveva creato una voragine laddove c’era… ci sarebbe dovuto essere un pavimento di pietra sbozzata”. “La gente, anche la più semplice, ha imparato a guardare dentro le voragini”. “Ma Vi dirò di più”, “anche Voi, non potete nasconderlo, davanti all’Arcangelo in paramenti, alla nenia dissonante delle donne, ai bambini in una mano, ai vecchi uomini neri, anche Voi vi siete sentito sull’orlo di un precipizio… e come davanti allo specchio qualcuno ha colto la propria vertigine nella Vostra vertigine”.
Due ore dopo, col sole ancora alto sulle cime, Maurits Cornelis Escher fu rilasciato.
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