Tra il ’69 e il ’75, a partire naturalmente dall’Inghilterra e in tutta Europa nasce cresce e muore il Progressive, il genere di musica popolare – intendiamo la musica che con i dischi, con i mezzi di comunicazione di massa, ieri come oggi potenzialmente può raggiungere tutte le persone del pianeta -, l’unico che finora che abbia osato redimersi dalla semplificazione a fini commerciali di mezzi, di tessuto musicale, di tempi di consumo e infine di attitudine alla sperimentazione. King Crimson, Soft Machine, Yes, Genesis, Van Der Graaf Generator, Jethro Tull, solo per citare i più influenti, declinano in diverse forme una musica interminabile, retorica a volte, sempre contaminata dalle più disparate influenze, ma che ha nella padronanza degli strumenti, del suono, il suo perno ineludibile. Tanto che ancora oggi sopravvive tra un folta schiera di appassionati e in tutto il mondo attraverso i concerti dei primi protagonisti, con le riedizioni arricchite e rimasterizzate dei vecchi dischi, e con l’uso suggestionato dei suoi temi e motivi anche tra chi suona classica o jazz.
L’Italia per una volta, a quell’epoca non è da meno. I nostri giovani agitati dalle rivoluzioni ancora in onda si rivelano un ottimo pubblico per quella musica e possiamo dire, consentono ad un gruppetto di pionieri nostrani già a cominciare dal ’70-71 di incidere dischi ispirati a quel movimento, con tensioni originali e fortemente caratterizzate da sonorità mediterranee. PFM, Le Orme, Banco del Mutuo Soccorso, New Trolls, Area, ma anche poco conosciuti, oggi cercati come cimeli nei mercati più disparati come quello giapponese: Balletto di Bronzo, Museo Rosenbach, Alphataurus, Quella vecchia Locanda, Osanna e tanti altri.
L’Auditorium nell’ambito della rassegna Per Voi Giovani, ci rinfresca la memoria su quel periodo. Il 24 giugno accoglie il Banco e gli Osanna, il gruppo napoletano che associamo volentieri insieme al premio oscar Luis Bacalov, alla colonna sonora di Milano Calibro 9 dell’impareggiabile regista pugliese Fernando Di Leo che ci ritorna carico delle facce di Gastone Moschin e Mario Adorf. Il 25 è la volta di Museo Rosenbach e PFM, il 26 un meno conosciuto Franco Battiato prog.
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