Nell’ambito di “Roma verso Expo” – un insieme di iniziative con le quali Roma cerca di risarcirsi intercettando il massimo profitto di attenzione internazionale possibile da Expo 2015, altrimenti interamente destinata a Milano – questa mostra all’Ara Pacis, fatta di immagini, disegni, fotografie, modelli, filmati e documentari, ricostruisce la vicenda dell’Eur, il quartiere nato dall’Esposizione Universale del’42, organizzata dal regime fascista ma mai tenutasi per l’entrata in guerra dell’Italia. Concepito politicamente e di conseguenza architettonicamente come un grande portale temporale di comunicazione tra il passato e il futuro della civiltà italiana, tra classicismo imperiale e razionalismo moderno, l’Eur avrebbe dovuto essere eterno come un simbolo. In realtà, dopo i monumentali edifici degli architetti del regime, Piacentini in testa, fatti salvi gli ultimi interventi organici di completamento negli anni ’50 e le nuove opere per le olimpiadi del ’60, l’Eur non ha potuto conservare il suo profilo sempiterno; la miscela di populismo consociativo e interessi palazzinari degli ultimi 50 anni ne hanno completamente disarticolato l’impianto e l’idea, attraverso la costruzione affastellata di uffici e nuclei abitativi privi di progetto unitario.
In quanto palcoscenico privilegiato del cinema, a testimonianza dell’intersezione tra queste fasi dell’Eur, del confine tra eternità e disordine, ricordiamo l’Eclisse di Antonioni, il film in cui più risalta la transizione da vuoto metafisico di una città disabitata, solamente simbolica, al fragore terreno dei potentati economici, del tutto inconsapevoli di essere giunti in luogo di finzione, assimilabile ad un quadro, alle quinte di un teatro, all’impianto scenografico di un film.
Solo negli ultimi anni l’animo originario dell’Eur sembra volersi recuperare con la creazione del secondo polo turistico di Roma, la “Nuvola” di Fuksas ed il nuovo Acquario.
Tutte le informazioni su http://www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/mostre/esposizione_universale_roma_una_citta_nuova_dal_fascismo_agli_anni_60
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