La Cineteca Nazionale – Centro Sperimentale di Cinematografia, al cinema Trevi da oggi e per quattro giorni, propone un festival la cui novità è nell’avverbio “veramente”. Rischiando di essere sommari, la vediamo così: da decenni il cinema italiano non lo fanno più i privati che rischiano del proprio, ma le sovvenzioni dello Stato, assegnate con i criteri, diciamo con le pose biecamente intellettualistiche dei burocrati di turno. Il risultato sono films grigi, noiosi, e condannati anche commercialmente. Questo impedisce l’emersione di nuovi autori, i quali in alcuni rari casi, mettiamo Garrone e Sorrentino, si impongono motu proprio e al di fuori del sistema. Ma impedisce anche la crescita di un industria cinematografica, come quella del cinema di genere, che manca quasi completamente dal nostro paese, forse da fine anni settanta inizio ottanta, dopo che il nostro paese aveva contribuito a farlo nascere. Ecco il “veramente” in nostro soccorso. Giovani che si autoproducono e che vengono a farci vedere i loro films (82 in tutto) senza filtro di selezione, sponsor, finanziatori, giurie, premi e senza neanche farsi pagare il biglietto. Il rischio di vedere qualcosa di basso livello si compensa con quello di cogliere qualche lampo di genio. http://cvifestival.com/.
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